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martedì 12 novembre 2013

Recensione libro sul New age

Recensione: Barbara Riva, Il New Age fra secolarizzazione e nostalgia Una ricerca sul senso religioso dei giovani, Società Editrice Il Ponte Vecchio, Cesena, 1997.

di Tiziano Borghi


Il fenomeno del New Age nasce in Gran Bretagna e negli Stati Uniti intorno agli anni sessanta, il fenomeno interessa, attualmente circa un milione di persone che si interessano di tutte quelle discipline che sono state catalogate come alternative: medicina Olistica, Feng Shui, Bioenergetica, Reiki, Arti Marziali ecc. Non avendo dei punti di riferimento univoci, validi per tutti gli appartenenti al movimento, il New Age ha rappresentato fondamentalmente una moda, un ottimo “veicolo” pubblicitario. Attualmente numerosi studiosi del fenomeno, tra i quali Massimo Introvigne, PierLuigi Zoccatelli e Maria Immacolata Macioti, tra gli italiani, si interrogano circa il presunto passaggio da un New Age ad un Next Age; “…dove l’accento passa dalla trasformazione planetaria […] alla trasformazione individuale…”[1]. Il New Age rifiuta, tendenzialmente, ciò che offre il mondo capitalistico cercando di proporre una visione della realtà più intimistica,  e una più profonda conoscenza interiore e della spiritualità individuale. Il New Age opera una frattura con la modernità, dalla quale, però, attinge tutti gli aspetti che ritiene funzionali alla propria sopravvivenza. La “Cospirazione dell’Acquario” è un movimento che investe, trasversalmente, la vita di ogni individuo, non è raro sentire parlare di corsi di autorealizzazione creati appositamente per giovani Manager, o di massaie che frequentano lezioni di Yoga. Il New Age non può vantare una Leadership riconosciuta, proprio in virtù della forma della propria organizzazione che può essere paragonata a un “Network”, costituito da movimenti più o meno strutturati, privi “…di quel minimo di struttura necessaria perché si possa parlare di movimento”[2]. Il network è costituito da gruppi - piccoli e grandi radicati sul territorio - d’individui che condividono gli stessi interessi e si riuniscono in seminari, convegni o semplicemente incontri informali per discutere e scambiarsi esperienze di vita, e da semplici utenti - quanto mai eterogenei per età, classe sociale e cultura - che usufruiscono dei canali d’informazione, più o meno tradizionali. Il lavoro di Barbara Riva è un buon esempio dell’interesse, mai sopito, nei confronti del fenomeno New Age; affrontato in modo semplice e dettagliato. Molto utile il glossario, posto in appendice, dove sono raccolti i termini e i concetti maggiormente utilizzati dai “Cospiratori dell’Acquario”. Il testo affronta quasi tutti gli aspetti ritenuti fondamentali dalla cultura New Age; durante la lettura emerge, chiaramente, il disagio provato da una parte della cultura cattolica, di fronte un movimento eterogeneo e privo di un “referente” universalmente riconosciuto. Si ha immediatamente l’impressione che il testo è fortemente influenzato dalla cultura cattolica dell’autrice, che nel secondo capitolo arriva ad affermare che: il “…New Age non accetta nessuna delle realtà definite di questo mondo: tutto diventa relativo e la realtà stessa si riconduce ad un principio spirituale, a un Dio che si chiama Luce o Spirito impersonale…”. Una asserzione un po’ riduttiva e non universalmente valida. A parte alcune affermazioni non sempre condivisibili, il testo introduce alle discipline “alternative” e ne da una spiegazione soddisfacente. Interessante la ricerca, condotta su alcuni studenti di Cesena, parte di una ricerca più ampia, condotta per il G.R.I.S. di Bologna. Nelle conclusioni una intervista a Franco Battiato che non si dichiara interessato al fenomeno New Age ma che secondo Barbara Riva ne è un simpatizzante inconsapevole.



[1] Cfr., Massimo Introvigne, PierLuigi Zoccatelli, New Age - Next Age, una nuova religiosità dagli anni ’60 a oggi, Giunti, Firenze, 1999, p. 5.
[2] Cfr., Ibidem, p. 39.

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