Allora, cosa significa Nam-myoho-renge-kyo? La frase si può tradurre
letteralmente: “Mi dedico al Sutra del Loto della Legge meravigliosa».
In alcuni dei suoi numerosi scritti il Daishonin analizza il profondo
significato di ogni carattere.
Nam (o Namu) deriva dal
sanscrito e significa venerare o dedicarsi. (Viene spesso tradotto come
“richiamare” o “rifugiarsi”, ma dalla prospettiva del buddismo del
Daishonin, per il concetto che la Legge è inerente a tutte le persone,
questa non è la traduzione ottimale). Myoho-renge-kyo è la pronuncia in
giapponese dei caratteri cinesi che compongono il titolo del Sutra del
Loto (Saddharma Pundarika Sutra, il titolo originale in
sanscrito). Nichiren Daishonin ha così fuso elementi di sanscrito e di
cinese, le due grandi civiltà di quel periodo; ciò può essere inteso
come espressione dell’orientamento universalista del Buddismo del
Daishonin, che abbraccia attivamente tutte le culture.
Myoho corrisponde a Saddharma e
si può tradurre “Legge mistica o meravigliosa”. Il Daishonin commenta in
una lettera: «Cosa significa allora myo (mistico)? È semplicemente la
misteriosa natura della nostra vita di istante in istante, che la mente
non riesce a comprendere e le parole non possono esprimere» (Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 4). E più avanti cita tre attributi del carattere myo: aprire, essere perfettamente dotato e rivitalizzare. Ho
è il dharma o legge e insieme i due caratteri si riferiscono alla Legge
mistica. Come scrisse il presidente della SGI Daisaku Ikeda: «Il grande
potere della Legge mistica… abbraccia ogni cosa, fa emergere il
positivo in ogni situazione, trasformando e rivitalizzando tutto ciò che
sperimentiamo».
Myo e ho
corrispondono anche a vita e morte, i due aspetti – uno attivo e
manifesto, l’altro latente e invisibile – della continuità della vita a
un livello più profondo, la quale viene permeata e allo stesso tempo
prende forma dalla legge di causalità, o causa ed effetto, identificata
dal Daishonin con renge, il fiore di
loto. In particolare, il fatto che il fiore di loto contenga già i semi
nel momento in cui sboccia, simboleggia il principio di simultaneità di
causa ed effetto, e cioè che le cause che poniamo si imprimono
profondamente nella parte più essenziale della nostra vita, e a quel
livello sperimentiamo immediatamente gli effetti dei nostri pensieri,
parole e azioni. In termini di pratica buddista vuol dire che chiunque
pratica questa Legge ottiene simultaneamente sia la causa che l’effetto
della Buddità. Il fatto che il fiore di loto sbocci puro, nonostante
affondi le sue radici in uno stagno fangoso, esprime l’idea che la
nostra natura più elevata sboccia proprio attraverso l’impegno con cui
affrontiamo la realtà spesso difficile e sgradevole con cui ci
confrontiamo nella vita e nella società.
Infine kyo rappresenta il sutra, l’insegnamento che il Budda espose oralmente. Il carattere cinese kyo indica i fili che s’intrecciano continuamente nell’ordito di un tessuto. Il Daishonin scrive: «Kyo rappresenta le parole e le voci di tutti gli esseri umani… Kyo può anche essere definito come ciò che è costante e immutabile attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro».
Fonte: http://www.sgi-italia.org/approfondimenti/NMHRGK.php
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