Una basilica sotto i binari a Roma, ignorata dal turismo di massa, c'è
una basilica costruita sotto terra duemila anni fa da una setta misteriosa.
Ritrovata occasionalmente dopo diciannove secoli, ha un grande valore artistico
ed architettonico e una caratteristica unica al mondo: sulla sua volta passano
ogni giorno centinaia di treni.
La Basilica sotterranea di Porta Maggiore Una basilica sotto i binari A Roma,
ignorata dal turismo di massa, c'è una basilica costruita sotto terra duemila
anni fa da una setta misteriosa. Ritrovata occasionalmente dopo diciannove
secoli, ha un grande valore artistico ed architettonico e una caratteristica
unica al mondo: sulla sua volta passano ogni giorno centinaia di treni. A
cura di Andrea de Pascalis ed Umberto di Grazia A Roma, lungo uno dei lati
di piazza di Porta Maggiore, tra l'imbocco di via Prenestina e quello di via
di Scalo San Lorenzo, si alza una corta muraglia di mattoni anneriti di sporco.
Li, nella parete di sostegno del viadotto ferroviario che immette alla stazione
Termini i binari della linee Roma-Pisa e Roma-Napoli, semi nascosta da una
rientranza del muro, c'è una porta quasi sempre chiusa, pressocchè sconosciuta
al flusso del turismo di massa è all'attenzione degli stessi romani. Ed è
un vero peccato che sia cosi, perché oltre la porta, qualche rampa di scale
più in basso, appena pochi metri sotto i binari, si conserva sufficientemente
intatto - non si sa per quanto tempo ancora - un monumento unico nel suo genere:
una basilica dalle lunghe navate, costruita sottoterra quasi duemila anni
fa, probabilmente ad opera di una setta a carattere mistico-esoterico. La
basilica sotterranea di Porta Maggiore è una scoperta archeologica fatta in
modo del tutto occasionale, in anni ancora recenti. E' infatti la primavera
del 1917 quando il terreno, franando sotto uno dei binari che costeggiano
la piazza, si apre in una profonda fenditura. Non si tratta del semplice cedimento
di uno strato tufaceo. A franare, si scopre, è stata la volta di un tempio
sotterraneo del quale si è sempre ignorata l'esistenza. Ad una prima sommaria
esplorazione il monumento rivela caratteristiche straordinarie. La forma è
quella della basilica a tre navate con abside centrale. Le dimensioni sono
rispettabili: circa diciassette metri di lunghezza, sette di altezza, nove
di larghezza. La datazione dell'insieme è immediata e definitiva: metà del
primo secolo dopo Cristo. Il ritrovamento è importante per la storia dell'architettura,
poiché permette di stabilire che lo schema costruttivo della basilica a tre
navate è perfettamente conosciuto ed applicato nella Roma dei primi Cesari,
questione questa assai controversa in precedenza. Ma a dare maggior rilievo
alla scoperta è il fatto che il tempio conservi il più ricco complesso di
stucchi che il mondo romano abbia mai tramandato: i soffitti a volta e le
pareti della basilica sono fittamente decorati con finissime figure di stucco,
tanto eleganti nella forma quanto sfuggenti nel significato. Dopo il primo
sopralluogo, un esame più accurato del monumento trasforma in apprensione
gli entusiasmi degli archeologi poiché il tesoro architettonico appena ritrovato
si dimostra in grave pericolo di vita. Un parassita si è infiltrato negli
stucchi, rosicchiando l'interno di alcune figure con un processo simile a
quello del tarlo del legno. Le vibrazioni dei treni e soprattutto l'acqua
che è filtrata per quasi due millenni stanno sgretolando le mura della misteriosa
basilica. Se si vuole salvare il tempio bisogna fare in fretta. Da quel 1917
ad oggi si sono susseguiti più tentativi di restaurare e consolidare il monumento
in modo definitivo. L'ultimo, agli inizi degli anni '50 richiede oltre trecento
milioni di spesa e richiude l'intero complesso come in un'enorme scatola di
calce struzzo sormontata da una tettoia laminata di piombo. In questo modo
le vibrazioni provocate dalle centinaia di treni che passano ogni giorno sulla
verticale del tempio non sono più un pericolo. I lavori eseguiti, invece,
si dimostrano inadeguati a sbarrare la via alle gocce d'acqua che continuano
a filtrare nonostante tutto. La basilica, dunque, è ancora oggi gravemente
malata. La Soprintendenza ai monumenti di Roma ha già predisposto un nuovo
piano di lavori, ma chissà quando arriveranno i finanziamenti necessari. In
attesa dell'ulteriore restauro, l'accesso al complesso sotterraneo è possibile
soltanto dietro autorizzazione della Soprintendenza. Autorizzazione in verità
molto facile da chiedere ed ottenere negli uffici di via Cernaia. Scendere
nella basilica è quindi un'esperienza consentita a qualsiasi turista abbia
un po' di pazienza. E indubbiamente ne vale la pena, non fosse altro per la
strana atmosfera che vi si respira.
Alla suggestività propria dell'ambiente si unisce un'illuminazione
spettrale, frutto di un impianto elettrico difettoso. Il passaggio dei treni.
cinque metri al di sopra della volta, si avverte attutito dal cemento come
un ciclico annuncio di terremoto. E poi, su tutto, il mistero delle figure
di stucco, smozzicata sequenza che costituisce il vero sale del tempio sotterraneo.
Le scene rappresentate nello stucco sono le più varie: ierariche figure femminili
in atteggiamento di preghiera, vittorie alate, personaggi mitologici, bambini
che giocano, teste di medusa, anime condotte agli inferi, scene di iniziazione
ai Misteri, maestri e scolari, un rito di matrimonio, animali, oggetti di
culto, persino un pigmeo che torna alla sua capanna dopo la caccia. Qualcuno
ha creduto di poter suddividere le figure in tre gruppi: scene di vita' quotidiana,
scene mitologiche e scene di contenuto misteriosofico, cioè ispirate alle
dottrine segrete delle religioni misteriche. La suddivisione, però, e solo
apparentemente possibile. Chi abbia l'occhio appena un po avvezzo al simbolismo
esoterico sa bene che scene apparentemente "innocenti" Possono avere significati
altrettanto profondi di quelle più esplicitamente dottrinali. Un esempio?
La rappresentazione del rito matrimoniale costituisce certamente una scena
di vita quotidiana, ma sin dall'antichità al matrimonio sono stati attribuiti
spesso significati reconditi, poichè in esso si vedeva il simbolo dell'unificazione
di due opposti principi, per lo più la fusione di psiche e corpo in un tutto
unico e armonico. Ma quale cerimonia si celebrava nel segreto della basilica
sotterranea? Benché qualcuno non sia d'accordo, i più parlano di un culto
misterico ispirato agli insegnamenti pitagorici. Pitagora (VI sec. a.C. circa)
è sempre stato un personaggio particolarmente caro ai cultori di misteri.
A lui sono stati attribuiti; è si attribuiscono ancora, fantasiosi insegnamenti,
frutto dei suoi presunti ripetuti contatti con gli Etruschi, con i guru indiani,
con Numa Pompilio, con gli abitanti di Atlantide e con innumerevoli altri
popoli e personaggi.Il moltiplicarsi di certe fantasie e sempre stato reso
possibile dal fatto che gran parte del vero Insegnamento di Pitagora, non
essendo stato affidato a documenti scritti, è andato smarrito con la morte
stessa del filosofo. Due cose però sono certe. Anzitutto è stato Pitagora
ad introdurre in Occidente il concetto di esoterismo, inteso quale insegnamento
segreto, riservato a pochi iniziati e relativo ai modi di realizzarsi spiritualmente
sino a giungere alla "deificazione " o fusione con l'Assoluto. In secondo
luogo i punti fermi del pitagorismo sono stati la fede nella trasmigrazione
delle anime, o metempsicosi, e l'uso della musica come tecnica di liberazione
spirituale. Queste ed altre idee del pitagorismo si ritrovano espresse appunto
negli stucchi della basilica di Porta Maggiore. Le scene a carattere musicale
sono frequenti. Sulla parete lunga della navata sinistra le figure si alternano
con rappresentazioni di strumenti musicali, quasi a sottolineare l'importanza
della musica per l'essere umano. Anche le scene a carattere iniziatico e di
culto si ripetono un po' dappertutto, evidenziandosi da sole. Ma è l'insieme
delle figure che, secondo alcuni, si propone come un trionfo dell'idea di
metempsicosi: le scene di vita quotidiana, il pigmeo, gli animali altro non
sarebbero che l'esemplificazione di come l'uomo, reincarnandosi, salga e scenda,
a seconda dei suoi meriti e demeriti, la scala delle diverse forme di esistenza.
Gli stucchi, invece, non sono di alcuno aiuto per tentare di ricostruire,
almeno in parte, la liturgia di questo gruppo di seguaci del pitagorismo.
Qualcosa però possiamo provare ad immaginarla. Gli archeologi hanno dimostrato
che la basilica sotterranea e rimasta in funzione solo per pochi anni e che
presto è stata chiusa e dimenticata come se il culto che vi si celebrava fosse
stato proibito dalle autorità imperiali. Ciò forse potrebbe essere collegato
al fatto che all'epoca del tempio di Porta Maggiore, cinque secoli dopo la
scomparsa di Pitagora, il pitagorismo era inquinato da pratiche magiche in
cui anche l'evocazione degli spiriti faceva capolino, tutte cose queste talvolta
represse dalle leggi imperiali. Così fosse, potremmo pensare alla basilica
neopitagorica anche, con un pò di humour ma senza allontanarci troppo dal
vero, come ad un club di occultisti molto esclusivo, in cui magari si ricorreva
ogni tanto al tavolino a tre zampe, attrezzo che già ai quei tempi faceva
parte dei ferri del mestiere di ogni mago degno di rispetto.
Umberto Di Grazia e Andrea De Pascalis
Fonte: http://www.coscienza.org/_ArticoloDB1.asp?ID=29
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lunedì 18 novembre 2013
La Basilica Sotterranea di Porta Maggiore...
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