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sabato 28 dicembre 2013

EFFETTI BENEFICI DI CANNELLA E MIELE

Gli innumerevoli benefici di Miele e cannella
Fonte: SCRITTO IL 05 APR 2013DA : VIVERSANO.NET
http://www.viversano.net/salute-benessere/conosci-gli-innumerevoli-benefici-di-miele-e-cannella/




La combinazione di miele e cannella è un potente antibiotico naturale, antimicrobico, antinfiammatorio, ecc… non solo per l’uomo ma anche per i nostri animali.


Le proprietà terapeutiche del miele sono molteplici, questo prezioso alimento vanta infatti proprietà antibatteriche, antiossidanti, antinfiammatorie, sedative per la tosse e vanta innumerevoli proprietà nutrizionali, inoltre è una fonte inestimabile di energia. Lo zucchero contenuto nel miele aiuta a combattere stress e fatica fisica e, se assunto in basse quantità, non crea nessun problema ai diabetici.



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Il miele, in combinazione con la cannella forma una coppia perfetta per migliorare il proprio stato di salute in modo semplice e naturale.
Miele e cannella uniti formano un elisir del benessere apportando numerosi benefici per la nostra salute, e se assunti quotidianamente aiutano a rafforzare il sistema immunitario e proteggono l’organismo da batteri e da virus.

Quali sono le proprietà benefiche di miele e cannella?

Già nel 1995 la rivista Canadese “Weekly world news” ha pubblicato un articolo che contiene un elenco delle malattie curabili con questa mescolanza di miele e cannella.

In Italia pochi conoscono le straordinarie proprietà di questo elisir
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ARTRITE
In una tazza di acqua tiepida aggiungere 2 cucchiai di miele e mezzo cucchiaio di cannella in polvere, bere la mattina a digiuno e la sera prima di coricarsi.
Questa mescolanza, se assunta con regolarità, aiuta a curare l’artirte, anche quella cronica.
Queste proprietà sono dimostrate da uno studio dell’università di Copenaghen: un’equipe di medici ha somministrato questo medicamento a 200 pazienti affetti da artrite cronica, nel giro di una settimana 75 pazienti hanno riscontrato un immediato giovamento, con conseguente diminuzione del dolore. Dopo un mese di trattamento tutti i pazienti non hanno più avuto dolori, anche chi aveva difficoltà a camminare un po’ alla volta ha ripreso a farlo.

MALATTIE DEL CUORE
Unire ad un vasetto di miele qualche cucchiaio di cannella e consumare regolarmente durante la prima colazione, spalmandolo su pane o toast. Il miele così speziato riduce il colesterolo nelle arterie e previene i problemi di cuore, previene anche la ricaduta di nuovi infarti nelle persone che già ne hanno avuto uno. L’uso regolare di questo miele permette di fortificare il cuore, diminuisce la mancanza d’ossigeno e rafforza i battiti cardiaci.
Negli Stati Uniti e in Canada questa pasta è utilizzata regolarmente negli asili e nelle case di riposo, uno studio condotto sui pazienti più anziani degli ospedali americani ha dimostrato che l’uso regolare di questa pasta pulisce e rafforza le arterie e le vene.

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COLESTEROLO
Miscelare 2 cucchiai di miele con 1 o 2 cucchiai di cannella, aggiungere la miscela ottenuta in mezzo litro di acqua fresca. Bere 3 volte al giorno questa bevanda riduce il colesterolo del 10% in poco tempo.

MALE AI DENTI
In caso di male ai denti fare una pasta composta da 1 cucchiaino di cannella e 5 cucchiaini di miele. Spalmare il composto ottenuto sul dente dolorante. Ripetere 3 volte al giorno per almeno 3 giorni. Per approfondire clicca qui

INFEZIONI AI RENI E ALLA VESCICA
Un infuso composto da un bicchiere di acqua tiepida, due cucchiai di cannella in polvere e un cucchiaino di miele, svolge una potente azione antibatterica, uccidendo i germi che causano l’infezione. Il composto va bevuto 2 volte al giorno, alla mattina prima di colazione e al pomeriggio.

PERDITA DEI CAPELLI
Per alleviare i problemi di calvizia o per ridurre la perdita di capelli applicare sul cuoio capelluto olio d’oliva caldo unito a un cucchiaio di miele e un cucchiaino di cannella in polvere. Lasciare riposare per 15 minuti e lavarsi i capelli.

PERDERE PESO
Per perdere peso bere ogni giorno, mezz’ora prima di dormire e mezz’ora prima di colazione, una tazza composta da un cucchiaio di miele e uno di cannella. Bere tutti i giorni con costanza aiuta a perdere peso.

RAFFREDDORE
Per curare il raffreddore, la tosse e la sinusite mescolare un cucchiaio di miele e una spolverata di cannella in polvere. Bere con frequenza fino al miglioramento. Per approfondire clicca qui

PUNTURE DI INSETTI
Mescolare due cucchiaini di miele e un cucchiaio di cannella in poca acqua tiepida fino a che la pasta ottenuta sia ben amalgamata e quindi massaggiare localmente sulla parte interessata dalla puntura. Il dolore e il prurito tenderanno a diminuire nel giro di pochi minuti.

Avvertenza: il Miele non andrebbe mai scaldato, salvo indicazioni contrarie, perchè molte delle sostanze curative andrebbero perse.

ARS REGIA e Non-Dualità

FONTE: http://nonduale.wordpress.com/2011/07/20/ars-regia-e-non-dualita/

ARS REGIA e Non-Dualità
Posted on luglio 20, 2011
"L'alchimia serve a separare il vero dal falso."
Teofrasto Paracelso

L'Ars Regia, l'Alchimia, è sostanzialmente un un'opera simbolica, anche se qualcuno pensa che davvero l'opera degli alchimisti si esaurisse nel lavoro con fornelli, mercurio e metalli. L'Alchimia, come molti sanno,fu velata da simboli e allegorie nonchè travestita da arte materiale per sfuggire all'Inquisizione ed alle persecuzioni religiose che hanno insanguinato l'Europa per secoli.
Al lavoro alchemico esteriore infatti corrisponde una trasmutazione alchemica interiore che è sostanzialmente una trasformazione coscienziale. La "pietra filosofale" è la realizzazione della nostra Vera Natura, indifferenziata, senza forma, onnipervasiva. Realizziamo di essere quell'Indicibile Consapevole che rende possibile l'intero universo.
Ma per integrare completamente questa realizzazione bisogna, secondo l'Ars Regia, passare attraverso un processo ben chiaro:

- NIGREDO o opera al nero, in cui la materia si dissolve, putrefacendosi; Traduci: ci disidentifichiamo da tutto ciò che è grossolano, ciò che ha forma, ciò che è manifesto, ciò che è un semplice contenuto della Pura Consapevolezza. Nigredo è DISIDENTIFICAZIONE TOTALE.

- ALBEDO o opera al bianco, durante la quale la sostanza si purifica, sublimandosi; Traduci: ci realizziamo come Puro Indicibile senza forma, che non può essere inquadrato e definito da nessun concetto, immagine o idea perché è ciò che li comprende tutti senza a sua volta poter essere compresa. Albedo è REALIZZAZIONE INTUITIVA DEL SE'.

- RUBEDO o opera al rosso, che rappresenta lo stadio in cui si ricompone, fissandosi; Traduci: è la fase di "ricomposizione" in cui realizziamo che l'intero universo è sì un contenuto effimero nell'Indicibile Consapevole che siamo, ma esso non è separato da noi, come le onde non sono separate dall'acqua che le compone. La forma è il prodotto della Non-Forma. Rubedo è la REINTEGRAZIONE FINALE, la "ricomposizione" di ciò che era stato sempre ritenuto separato. Realizziamo che noi siamo il mondo ed il mondo è noi. Solo quando questa fase si completa possiamo parlare di pienezza del Risveglio perchè realizziamo il "mistero" della Compassione, intesa come percezione profonda dell'Unità di esseri e Coscienza.
Alla luce di tutto questo può essere compreso il significato profondo della formula alchemica per eccellenza: "Solve et coagula" (sciogli/scomponi e coagula) che sintetizza in sè tutto il processo realizzativo: disidentificati da ciò che è una tua proiezione, un tuo contenuto, e realizza la tua Vera Natura, Non-Duale, reintegrando in te l'intera manifestazione.
L'immortalità conferita dalla "pietra filosofale" non è dunque la presunta immortalità dei corpi (fisici o sottili che siano) che molti attribuiscono a leggendari alchimisti tipo il Conte di Saint Germain o Fulcanelli, ma la realizzazione della nostra Vera Natura, Non-Nata in quanto è ciò in cui si articola l'apparente ciclo di vita e di morte senza minimamente condizionarla. E l'oro che viene prodotto non è l'oro fisico ma l'Oro Supremo della Conoscenza Realizzativa, Jnana in India, Gnosi in Occidente. In questo senso l'Ars Regia può essere annoverata tra le grandi Tradizioni Non-Duali dell'umanità.

martedì 24 dicembre 2013

Natale 2013

Leggeri battiti d'ali
i tuoi pensieri,
li sento a volte
attraversarmi
carichi d'energia
e amore,
che tante volte
mi ha salvato,
e mi rende felice.



BUON NATALE!

venerdì 13 dicembre 2013

I sogni in "La mia bambina"


I sogni 
I sogni svaniscono per sempre
tante piccole voci si muovono
veloci cozzano tra loro,
si dissolvono.
Tante piccole luci si accendono
altre perdono vitalità
muoiono
perdute
in un’esplosione folgorante. 
Emozioni disperse …!

Il cimitero acattolico a Roma (Fonte: Wikipedia)

Il cimitero Acattolico è un luogo veramente interessante, assolutamente da visitare! di seguito la descrizione che ne fa Wikipedia



« Una mescolanza di lacrime e sorrisi, di pietre e di fiori, di cipressi in lutto e di cielo luminoso, che ci dà l'impressione di volgere uno sguardo alla morte dal lato più felice della tomba »
(Henry James)

Vista sulla parte centrale del cimitero
Dal momento che le norme della Chiesa cattolica vietavano di seppellire in terra consacrata i non cattolici — tra cui i protestanti, gli ebrei e gli ortodossi — nonché i suicidi, questi, dopo morte, erano "espulsi" dalla comunità cristiana cittadina e inumati fuori dalle mura (o al margine estremo delle stesse). Le inumazioni avvenivano di notte per evitare manifestazioni di fanatismo religioso e per preservare l'incolumità di coloro che partecipavano ai riti funebri.[3] Un'eccezione venne fatta per Sir Walter Synod, che nel 1821 riuscì a far seppellire la propria figlia in pieno giorno e, per farsi tutelare da incursioni di fanatici, si fece accompagnare da un drappello di guardie[1].
Un cimitero dedicato agli attori, ad esempio, era fuori Porta Pinciana, dove adesso corre via del Muro Torto; il cimitero degli ebrei invece era sulla collina dell'Aventino di fronte al circo Massimo — ora vi si trova il roseto comunale.
Nel XVIII secolo e nel XIX secolo la zona del cimitero acattolico era chiamata "I prati del popolo romano"[1]. Il primo protestante ad essere sepolto nei pressi della Piramide Cestia, prima della fondazione di un vero e proprio cimitero, fu un certo dottor Arthur, nel 1718. Nel 1720 si tenne una seconda sepoltura e nel 1723 furono sepolti un anonimo viaggiatore inglese e due protestanti giacobiti. Entro il 1723 l'area aveva acquisito la qualifica di cimitero degli inglesi.[4]
La prima sepoltura nota è quella di uno studente di Oxford, chiamato Langton[1], morto nel 1738 a 25 anni battendo violentemente la testa cadendo da cavallo. Secondo una diceria, Langton tenne un colloquio con il papa, nel quale espresse il desiderio di essere sepolto a Roma presso la Piramide Cestia[1]. Quando, nel 1928, si tennero degli scavi presso la Piramide Cestia, fu ritrovata la tomba di Langton, con la stessa iscrizione che ora è apposta sulla sua lapide[1].
Nel 1803 fu sepolto uno dei figli di Guglielmo von Humboldt, un ministro di Prussia presso la Santa Sede, che aveva chiesto un appezzamento di terreno per seppellire sé stesso e i suoi familiari. Questo terreno, che anticamente era delimitato, si trova ora all'interno dell'area cimiteriale e sono rimasti alcuni pilastri della recinzione[1]. Successivamente vi trovò sepoltura anche la moglie del ministro[1].
All'inizio del XIX secolo nell'area cimiteriale sorgevano solo degli agrifogli, e non vi erano altri ripari per le tombe sparse nella campagna, ove pascolavano le greggi. I cipressi che adornano il cimitero sono stati impiantati successivamente[1].
Il cimitero fu aperto ufficialmente con editto della Segreteria di Stato, sotto il pontificato di Pio VII Chiaramonti, l'11 ottobre 1821. La decisione si era resa necessaria per il numero sempre crescente di visitatori stranieri, in gran parte studenti, scrittori e artisti, che nell'epoca del romanticismo e del neoclassicismo si recavano a Roma dall'Europa del Nord, con conseguente aumento dei non cattolici che morivano in città, come accadde al poeta inglese John Keats in quello stesso anno. Il cardinal Salvi lo fece recintare a proprie spese[1]. Successivamente per motivi estetici volle abbattere i cipressi presso la Piramide. Si sollevò un putiferio: tuttavia vietò che si piantassero alberi nella parte antica[1].
Nel 1824 venne fatto erigere un fossato che cingeva la parte antica del cimitero. Il muro che circonda questa zona risale al 1870 circa[1]. Anticamente erano vietate le croci o le iscrizioni, come in tutti i cimiteri acattolici, perlomeno fino al 1870[1]. Nel 1918 furono vietate le inumazioni[1].
Da tempo vi sono tombe comuni suddivise per nazioni: Germania, Grecia, Svezia e Romania (destinata ai romeni ortodossi apolidi)[1].
Come indica il nome ufficiale, il Cimitero acattolico di Roma è destinato all'estremo riposo in generale dei non-cattolici stranieri, senza distinzione di nazionalità. Per lo spazio esiguo a disposizione e per mantenere intatto il carattere del luogo, solo eccezionalmente viene concessa la sepoltura a italiani illustri che, per la cultura alternativa espressa in vita ("straniera" rispetto a quella dominante), per la qualità della loro opera, o per le circostanze della vita siano stati in qualche modo "stranieri" nel proprio paese. Tra loro, il politico Antonio Gramsci e lo scrittore Dario Bellezza.
Al 2011 la custodia e la gestione del cimitero era affidata alle rappresentanze straniere in Italia.
I grandi, centenari cipressi, il prato verde che circonda parte delle tombe, la bianca piramide che svetta dietro la recinzione di mura romane, insieme ai gatti che prendono il sole e passeggiano indisturbati tra le lapidi redatte in tutte le lingue del mondo, conferiscono a questo piccolo cimitero uno stile inimitabile.

Personaggi famosi sepolti nel cimitero

John Keats

Tomba di John Keats
Tra le numerose tombe di personaggi celebri è da ricordare quella del poeta inglese John Keats (1795-1821). Keats morì a Roma di tubercolosi. Il suo epitaffio, che non lo cita per nome, fu commissionato dai suoi amici Joseph Severn e Charles Brown:
(EN)
« This grave contains all that was mortal, of a YOUNG ENGLISH POET, who on his death bed, in the bitterness of his heart, at the malicious power of his enemies, desired these words to be engraven on his tombstone: Here lies one whose name was writ in water »
(IT)
« Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua” »
Poco distante, una lastra marmorea, in risposta a questa frase mostra la seguente: Keats! Se il tuo caro nome fu scritto sull'acqua, ogni goccia è caduta dal volto di chi ti piange.
L'amico di Keats, Joseph Severn, nelle sue lettere indica con esattezza la data e l'ora della morte di Keats. Il poeta sarebbe morto intorno alle undici della sera del 23 febbraio 1821. L'iscrizione sulla sua tomba, tuttavia, riporta la data del 24 febbraio 1821; non si tratta, però, di un errore dell'incisore. A Roma, in quel periodo, il nuovo giorno iniziava nel momento in cui, la sera, le campane suonavano l'Ave Maria, e in tutte le chiese veniva cantato o recitato l'Angelus. Questo avveniva all'incirca mezz'ora dopo il tramonto, quindi anche l'inizio del canto poteva variare a seconda del periodo dell'anno. Severn si attenne al metodo inglese di calcolare l'inizio del giorno, mentre per le autorità romane il giorno del 24 febbraio era già iniziato quando Keats morì, e perciò la data del 24 venne registrata nei documenti ufficiali.

Percy Shelley

Shelley (1792-1822) fu un poeta inglese che annegò nell'affondamento del suo vascello al largo della costa tirrenica fra Portovenere e la Toscana e fu cremato sulla spiaggia vicino a Viareggio, là dove le onde avevano spinto il suo corpo. Le sue ceneri furono sepolte nel cimitero protestante; il suo cuore, che il suo amico Edward John Trelawny aveva strappato dalle fiamme, fu conservato dalla sua vedova, Mary Shelley, fino alla sua morte e fu sepolto con lei a Bournemouth. L'epigrafe, in riferimento alla sua morte in mare, riprende tre versi del canto di Ariel dalla "Tempesta" di Shakespeare: "Nothing of him that doth fade, but doth suffer a sea change, into something rich and strange" (Niente di lui si dissolve ma subisce una metamorfosi marina per divenire qualcosa di ricco e strano).

Antonio Gramsci

Tomba di Antonio Gramsci
La sepoltura di Antonio Gramsci è stata immortalata dai versi di Pier Paolo Pasolini ne Le ceneri di Gramsci:
« Uno straccetto rosso, come quello/ arrotolato al collo ai partigiani/ e, presso l'urna, sul terreno cereo,/ diversamente rossi, due gerani./ Lì tu stai, bandito e con dura eleganza/ non cattolica, elencato tra estranei/ morti: Le ceneri di Gramsci... »
La lapide apposta sopra l'urna contiene le semplici parole "Cinera Antonii Gramscii"; la frase latina è in realtà imprecisa, dovrebbe recitare infatti: "Cineres Antonii Gramscii".
Poiché il cimitero accoglie soltanto i resti di persone non appartenenti alla religione cattolico-romana (sebbene sia stata fatta qualche eccezione per alcune persone famose), potrebbe sembrare che per Gramsci, italiano e battezzato cattolico, la regola non sia stata applicata; in realtà non è così. Le ceneri di Gramsci furono trasferite solo nel 1938 nella tomba di famiglia concessa l'anno precedente a sua cognata, Tatiana Schucht, residente a Roma. Gli Schucht erano cittadini sovietici di confessione ortodossa, e Gramsci aveva diritto ad essere sepolto nel cimitero in quanto marito della sorella di Tatiana, Giulia. Alla fine, comunque, nessuno degli Schucht venne sepolto nella tomba di famiglia. Sul retro della lapide, tuttavia, è riportata una iscrizione commemorativa dedicata al padre delle due sorelle, Apollo Schucht, e alla sorella maggiore Nadine.

William Story



Un'altra sepoltura degna di nota è quella dello scultore statunitense William Wetmore Story (1819-1895). Sopra la tomba che lo accoglie insieme alla moglie, è installata una celebre scultura in marmo e pietra realizzata dallo stesso Story per la morte della moglie. La statua, chiamata "L'Angelo del Dolore", raffigura un angelo disteso sul sepolcro, gemente; l'artista morì poco dopo averla ultimata. L'osservatore è colpito dal grande realismo della scultura, mollemente abbandonata nella disperazione; la sua bellezza ha fatto il giro del mondo anche attraverso numerose copie, una delle quali impressa sulla copertina del quinto album della band symphonic metal finlandese Nightwish.

Altre sepolture notevoli

Tomba di Belinda Lee

San Valentino Fonte wikipedia

San Valentino, detto anche san Valentino da Terni o san Valentino da Interamna (Interamna Nahars, ca. 176 – Roma, 14 febbraio 273), è stato un vescovo romano, martire.

Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e successivamente dalla Chiesa anglicana, è considerato patrono degli innamorati e protettore degli epilettici.[1][2]

La più antica notizia di S. Valentino è in Martyrologium Hieronymianum, un documento ufficiale della Chiesa dei secc.V-VI dove compare il suo nome e anniversario di morte. Ancora nel secolo VIII un altro documento, Passio Sancti Valentini[3], ci narra alcuni particolari del martirio: la tortura, la decapitazione notturna, la sepoltura a Terni ad opera dei discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, il successivo martirio di questi e la loro sepoltura.[4]

È tuttavia incerto se si tratti di un martire diverso dal presbitero che, secondo un'altra storia Acta SS Marii, Marthae et sociorum[5] subì il martirio sotto Claudio il Gotico (quindi prima del 270, anno del decesso di questo imperatore), dato che questo fu sepolto a Roma, nelle catacombe al II miglio della via Flaminia che portano il suo nome. Con molta probabilità si tratta della stessa persona[6]; alcuni storici ritengono che il presbitero Valentino di Roma non sia mai esistito[7].

Essere o Non Essere Poesia di Emanuele Locatelli

Emanuele Locatelli Scrittore: Essere o Non Essere Poesia di Emanuele Locatelli S...: Essere O Non Essere. Sono l’aria che respiro sono il verde dei campi in fiore sono il fuoco che brucia che scoppia, che arde l...

martedì 10 dicembre 2013

Circolare ministeriale - mediazione

Dove si depositano le istanze di mediazione
Luogo di deposito dell’istanza
L’art 4 comma 1 del d.lgs. 28/2010, come modificato dal decreto legge 69/2013 convertito dalla legge 9 agosto 2013 n.98, prevede che “la domanda di mediazione relativa alle controversie di cui all’articolo 2 è presentata mediante deposito di un’istanza presso un organismo nel luogo del giudice territorialmente competente per la controversia. In caso di più domande relative alla stessa controversia, la mediazione si svolge davanti all’organismo territorialmente competente presso il quale è stata presentata la prima domanda. Per determinare il tempo della domanda si ha riguardo alla data del deposito dell’istanza”.
Tenuto conto di tale disposizione, rilevante ai fini della individuazione dell’organismo competente a ricevere l’istanza di mediazione, va chiarito che la domanda di mediazione dovrà essere presentata presso un organismo di mediazione accreditato che abbia la propria sede principale o secondaria nel luogo del giudice territorialmente competente per la controversia che si intende proporre.
A tal fine, si  precisa che si terrà conto della sede principale dell’organismo ovvero delle sue sedi secondarie che si trovino nell’ambito di qualunque comune della circoscrizione del tribunale territorialmente competente a conoscere la controversia.
Ai fini della esatta individuazione della sede principale o della sede secondaria è condizione necessaria che queste ultime siano state regolarmente comunicate al Ministero vigilante mediante la compilazione e trasmissione della modulistica al tal uopo predisposta da questa amministrazione e visibile sul sito www.giustizia.it .
La suddetta compilazione e trasmissione può avvenire al momento della richiesta di iscrizione al registro degli organismi di mediazione ovvero in un momento successivo.
È altresì condizione necessaria l’adozione, da parte di questa amministrazione, del provvedimento di iscrizione ovvero di modifica di esso in relazione ad ogni eventuale successiva richiesta di integrazione delle sedi.
Va peraltro ribadito che la previsione di un criterio territoriale di individuazione dell’organismo di mediazione competente esige che tutte le sedi, anche secondarie, siano  organizzate in modo tale da poter  assicurare agli utenti un servizio efficiente e stabile.
Tale obiettivo dovrà essere assicurato da ciascun organismo di mediazione e sarà oggetto di verifica e controllo, anche in sede ispettiva, da parte del Ministero della giustizia.
Sintesi conclusiva del principio espresso
la individuazione dell’organismo di mediazione competente a ricevere l’istanza va fatta tenuto conto del luogo ove lo stesso ha la sede principale o le sedi secondarie; condizione necessaria è che le suddette sedi siano state regolarmente comunicate a questa amministrazione ed oggetto di provvedimento di iscrizione.

lunedì 9 dicembre 2013

La crisi fa rivivere il “caffé sospeso”

Antica tradizione e gesto di solidarietà. Domani la giornata della tazzina pagata
L’usanza del caffé sospeso nasce a Napoli a metà Ottocento

L’usanza è antica e risale a metà dell’Ottocento. Allora, a Napoli, il “sospeso” era un caffè offerto ai poveri della città dagli avventori più generosi. Per dare anche ai meno fortunati l’opportunità di gustarsi un espresso nel pieno rispetto della tradizione partenopea. Poi venne l’epoca del Boom economico e del benessere e il “sospeso” fu quasi dimenticato. Fino a oggi. Sí, perché con la crisi, la consuetudine di pagare un caffè a chi non può permetterselo é tornata. Tanto che, nel 2011, é nato addirittura un coordinamento nazionale, la Rete del caffè sospeso, che oggi conta una sessantina tra bar, festival e associazioni che hanno sposato la causa, da Trieste a Lampedusa. Senza dimenticare i casi di Spagna, Svezia e Brasile.

Come funziona? È semplice. «Nei locali che fanno parte del circuito ognuno può lasciare un caffè pagato. Ci sono gestori che scrivono su una lavagnetta quante tazzine gratis rimangono da sfruttare e le cancellano man mano che queste vengono consumate» racconta Chiara Sasso, presidente della Rete del caffè sospeso. «L’obiettivo - prosegue - é stimolare la pratica dello scambio che, dal cibo ad altri generi di prima necessità, oggi come oggi svolge un ruolo sempre più importante. E poi vogliamo promuovere la nostra attività nella speranza che il caffè sospeso arrivi ogni giorno in nuovi bar ed eventi».

Anche per questo domani, 10 dicembre, in concomitanza alla Giornata internazionale dei Diritti Umani, si celebra la terza Giornata del caffè sospeso. Un ricco calendario di eventi disseminati su e giù per l’Italia che comprende reading, performance musicali e artistiche, proiezioni di cortometraggi e merende con dolci accompagnate da caffè - e non avrebbe potuto essere altrimenti - sospesi.

Al fianco della Rete si sono schierati molti volti noti. Da Luca Mercalli alla compianta Franca Rame fino al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Tutti per il caffè sospeso. Che poi non é soltanto un caffè, ma un gesto di umanità. Accompagnato, perché no, da un sorriso.

La casa mobile per nomadi moderni

La casa mobile per nomadi moderni


La casa mobile per nomadi moderni

Abitare in una casa di design senza essere vincolati ad un luogo: le case mobili sono la nuova scommessa degli architetti

casa mobile <br>
Clothesline Tiny House di Carrie e Shane Caverly
Essere pronti a partire, andarsene in qualsiasi momento, e poi tornare a proprio piacimento, senza dover rinunciare alla propria casa, all’intimità di uno spazio personale. La possibilità di essere nomadi, nell’accezione più affascinante del caso, pur avendo con sé tutti i comfort di un’abitazione stabile. Potrebbe essere questo il futuro dell’edilizia, abitare senza essere vincolati ad un luogo? Forse non è una scelta adatta a tutti, ma lo è per molti: diversi architetti hanno deciso di scommettere sulla casa mobile, prototipo che va ben oltre il concetto di camper o roulotte. Vere e proprie abitazioni di design, dotate di tutte le comodità, spesso eco-sostenibili ed esteticamente innovative, che, a piacimento, si possono spostare in un altro luogo. E si coniugano perfettamente con un’altra tendenza dell’edilizia moderna, quella delle tiny houses, delle case a metratura limitata in cui tutto si concentra per limitare sprechi.

Icona di questa corrente è Hangar Design Group, firma internazionale che ha ricevuto diversi premi per i suoi progetti di micro-flat su ruote, come la casa mobile Sunset premiata col Compasso d’Oro nel 2011, o la Suite Home, che la precede di un anno ed è stata lodata all’Expo di Shanghai. Entrambi esempi di moduli abitativi prefabbricati, leggeri, in legno e materiali di riciclo, che poggiano su carrelli con ruote e soprattutto hanno un animo totalmente green, grazie a sistemi di risparmio energetico e non ultimo la virtù di non danneggiare aree di pregio ambientale intervenendo con costruzioni classiche.

Ma c’è anche chi ha scelto delle 'signore ruote' per permettere alla propria casa di spostarsi, come quelle di un bus: Even Yehuda e Hagit Morevski sono due donne israeliane che hanno avuto un’idea illuminante. Hanno progettato e fatto costruire un’abitazione all’interno di un autobus di linea in disuso, mantenendo la struttura tale e quale, ma togliendo dal suo interno i sedili per far spazio a cucina, zona giorno, camera da letto, bagno. Porta e finestre sono rimasti uguali all’originale, garantendo un’ampia esposizione alla luce solare e un’estetica industrial davvero interessante.

Un progetto simile è quello di Joseph Tayyar, che ha convertito un camion in casa mobile, dotato di pannelli solari sul tetto che gli assicurano l’energia necessaria. Anche in questo caso, gli interni sono frutto di una progettazione studiata su misura, per la maggior parte in legno e con l’estetica che ricorda una classica casa di campagna, ampia e spaziosa, nulla a che vedere con gli incastri da Tetris di un camper.

Negli Stati Uniti stanno avendo successo le Clothesline Tiny House di Carrie e Shane Caverly, coppia di designer e progettisti edili che hanno creato una mini-casa interamente eco-friendly (raccolta delle acque, pannelli solari, legno certificato) e ovviamente mobile. Nata come un esperimento per loro stessi, per ridurre al minimo le spese di una casa, ora la Clothesline Tiny House è un progetto che replicano per gli acquirenti.

Ovviamente occorre studiare bene l’intricata burocrazia in merito, che in ogni Paese è diversa e spesso nemmeno troppo chiara. A Washignton per esempio esiste un mini-quartiere di case piccole e mobili, Boneyard Studios, in cui gli abitanti faticano a prendere la residenza a causa di normative di pianificazione urbana poco favorevoli ma allo stesso tempo poco chiare.

sabato 7 dicembre 2013

IL SOGNO D'AMORE - ALDA MERINI

Sogno d'amore

Se dovessi inventarmi il sogno
del mio amore per te
penserei a un saluto
di baci focosi
alla veduta di un orizzonte spaccato
e a un cane
che si lecca le ferite
sotto il tavolo.
Non vedo niente però
nel nostro amore
che sia l'assoluto di un abbraccio gioioso.

 http://www.aldamerini.it/Poesie/Poesie-di-Alda-Merini/sogno-d-amore.html

TUTTO SCORRE

Alberi mossi dal vento,
agitano le proprie mani,
festanti,
bambini,
applaudono generosi.

lunedì 2 dicembre 2013

Sguardi dal cielo: LA MAGIA RITUALE DI ALEISTER CROWLEY (prima parte...

Sguardi dal cielo: LA MAGIA RITUALE DI ALEISTER CROWLEY (prima parte...: LA MAGIA RITUALE DI ALEISTER CROWLEY Un esempio classico e completo di tali procedure può essere la famosa “Amalantrah Working” (Operazione ...

Rosa Screnci: Art Shopping for Christmas 2013

Rosa Screnci: Art Shopping for Christmas 2013: Si inaugura mercoledi' 11 dicembre alle ore 18 la rassegna artistica internazionale di Natale a Roma presso il prestigioso spazio della...

domenica 1 dicembre 2013

Una storia semplice

Una storia semplice,
poche cose da portare,
qualche immagine ingiallita.
Uno zaino
colmo di parole
e il tuo diario,
come un vecchio,
generoso amico,
ricorda e tace.

Il sogno

Quanto vale un sogno?
Perdersi,
come ora,
in un lungo labirinto,
raccogliendo frammenti,
nella speranza
di comporre
storie,
vite.
Quanto vale un sogno,
un battito d'ali,
un fruscio di foglie.
Il tuo incondizionato
 amore.

venerdì 29 novembre 2013

Ricordi - da "Il bene e il male" di Tiziano Borghi

Ricordi

Nostalgici ricordi
voci confuse,
volti sbiaditi di una
fotografia.
Stringo in un pugno
le ultime emozioni
e profumi,
di giorni recisi.
Chiudo gli occhi
tutto scorre
tutto tace.

mercoledì 27 novembre 2013

Papa Francesco

Oggi udienza da Papa Francesco, la piazza era piena e il freddo a tratti insopportabile, ma il carisma di questo Papa è eccezionale, ad un certo punto mi sembrava di essere ad un concerto di una star internazionale. I ragazzi erano veramente molto coinvolti. Bella giornata.

lunedì 25 novembre 2013

GRAZIE

Ti voglio ringraziare
per tutte le volte che mi hai ignorato
facendomi sentire inutile.
Grazie perché ogni tanto
mi hai amato,
a tuo modo,
alimentando in me false speranze.
Grazie per tutte le volte
che mi hai fatto sentire vivo
e per tutte le volte
che mi hai ucciso.
Devo ringraziarti,
è vero,
e non sto scherzando,
perché ad un certo punto
mi hai allontanato,
 facendomi soffrire,
regalandomi la libertà.

 Tiziano Borghi

sabato 23 novembre 2013

LA VECCHIA

Una vecchia
alla finestra,
guarda distratta
oltre l'orizzonte,
fa una smorfia e,
braccia dietro la schiena,
accenna un passo indeciso,
quasi una danza,
antica come un ricordo.
Poi chiude la finestra
e se ne va,
quasi inghiottita,
digerita nell'ombra.

di Tiziano Borghi

Da mito a realtà: scoperta la città egizia di Thon...la città sommersa

Il-Trafiletto: Da mito a realtà: scoperta la città egizia di Thon...: Vi sono luoghi e città di cui le antiche civiltà ci hanno lasciato preziose informazioni, ma di cui nonostante le ricerche e l'impegno d...

venerdì 22 novembre 2013

POTERSI DIRE ADDIO

Occorre potersi dire addio
almeno una volta,
spezzare ogni legame,
fuggire lontano,
Accorgersi che il tempo passa
comunque,
inesorabile,
ricordare come eravamo felici
per quel breve,
istante di vita
che abbiamo condiviso.
A volte occorre potersi salutare,
dirsi addio,
almeno una volta,
per essere in grado
finalmente di ricominciare.

mercoledì 20 novembre 2013

Damanhur, una Federazione di Comunità spirituali

Ho conosciuto questa realtà alcuni anni fa e ne sono rimasto affascinato, sia per l'aspetto magico-esoterico che per la sperimentazione su nuove forme di famiglia e la riscoperta dei mestieri (lavorazione del ferro, terracotta, seta ecct) di seguito riporto le notizie generali che potete trovare sul loro sito. Da non perdere il Tempio sotterraneo, capolavoro d'arte e ingegneria... consiglio vivamente a chi ha interessi conpatibili di andare a fare visita. Buona lettura!!!

Damanhur è una Federazione di Comunità spirituali sita a nord del Piemonte, tra Torino e Aosta, in un raggio di 15 chilometri che comprende al centro la Valchiusella, una valle ancora verde e pulita in cui i 600 cittadini di Damanhur che vi abitano hanno dato vita ad una società multilingue, aperta agli scambi con il mondo e le diverse culture dei popoli.
Damanhur è nata nel 1975 su ispirazione di Falco, Oberto Airaudi (1950-2013). La sua visione illuminata e pragmatica ha creato una fertile realtà fondata sulla solidarietà, condivisione, amore reciproco e rispetto per l'ambiente, tanto da ottenere nel 2005 il riconoscimento come modello di società sostenibile dal Global Human Settlements Forum delle Nazioni Unite (ONU).
Damanhur accoglie migliaia di visitatori ed attira l'interesse di studiosi e ricercatori da tutto il mondo nel campo delle scienze sociali, dell'arte, della spiritualità, della sostenibilità ambientale.
Nella filosofia damanhuriana, che ispira la vita delle oltre venticinque comunità della Federazione, sono fondamentali il pensiero positivo, la valorizzazione delle diversità, il raffinamento interiore ed il cambiamento come strategia per uscire dalle abitudini.
Damanhur è un'esperienza di ricerca dei valori profondi dell'esistenza, condotta attraverso l'azione e l'esplorazione in ogni ambito: in oltre trentacinque anni i damanhuriani hanno dato vita ad iniziative nel campo del lavoro, della politica, della cultura, dell'arte e della ricerca nel campo delle energie sottili che guidano l'universo.
Secondo la visione dei cittadini di Damanhur, la vita è continua trasformazione e rinnovamento conseguite attraverso il confronto con gli altri, per far emergere la propria parte più vera che ci collega all'essenza divina dell'universo. Per sottolineare l'importanza del cambiamento, del rispetto per la vita e dell'umorismo che deve guidare ogni trasformazione, i damanhuriani adottano un nome di animale e di vegetale che usano quotidianamente.
Il percorso spirituale, chiamato Scuola di Meditazione, guida ogni damanhuriano nell'esplorazione di sé e nella ricerca dei significati dell'esistenza. anche attraverso lo studio delle antiche tradizioni magiche e la celebrazione dei ritmi della natura.
All'interno di questo percorso, ognuno impara a sviluppare i propri talenti e a limare i propri difetti, aiutando gli altri a fare altrettanto, in un gioco di rimandi e di comunicazione che porta i damanhuriani - e tutti coloro i quali vogliano aderirvi - a riconoscersi in un Popolo Spirituale, in cui ciascun individuo è sia “io” sia “noi”.
Il rispetto per l'ambiente è uno dei fondamenti del pensiero damanhuriano. I damanhuriani coltivano e allevano biologicamente, ristrutturano e costruiscono secondo i criteri della bioedilizia, hanno sviluppato aziende di progettazione e installazione nel campo delle energie rinnovabili, prediligono i metodi di cura naturali ed una visione olistica della medicina.
La ricerca della migliore integrazione tra l'essere umano e l'ambiente avviene sia attraverso l'attenzione all'impatto più basso possibile, sia attraverso la ricerca delle soluzioni tecnologiche più all'avanguardia, nella convinzione che la tecnologia, quando adeguatamente compresa e utilizzata, sia un prezioso alleato nella difesa della salute e della natura.
Il rispetto nei confronti dell'ambiente è qualcosa che va al di là di una visione ecologista: riconosce l'esistenza di una vita autoconsapevole e sensibile nel mondo vegetale, oltre che animale, e ricerca il contatto con le intelligenze che abitano questo universo.
Nasce così, tra le altre, l'esperienza nel campo della comunicazione vegetale, la cui più nota espressione è la “musica delle piante”, che permette l'esecuzione di concerti i cui i musicisti sono alberi, piante ed esseri umani insieme.
La realizzazione per la quale Damanhur è maggiormente conosciuta sono i Templi dell'Umanità, un complesso ipogeo interamente scavato a mano nel cuore della montagna, decorato con mosaici, vetrate artistiche, sculture, pitture parietali ed opere d'arte dedicate al risveglio della scintilla divina presente in ciascun essere umano. I Templi dell'Umanità sono stati definiti l'Ottava Meraviglia del Mondo ed ogni anno sono visitati da migliaia di persone.

Fonte: 
http://www.damanhur.info/component/content/article/46-articoli-home/1816-home-descrizione
http://www.gdrzine.com/wp-content/uploads/2013/07/DSC_0179.jpg

Chi sono i raeliani stirpe clonata da Ufo

Chi sono i raeliani
stirpe clonata da Ufo


SAREBBERO a loro volta frutto di una clonazione i raeliani, che hanno annunciato oggi la nascita di Eva, la prima bimba clonata. Gli aderenti alla setta asseriscono, infatti, di derivare dagli extra-terrestri grazie a complesse operazioni di genetica, come tutto il resto del genere umano. Fra i loro scopi, dichiarano sul sito dedicato alla Rivoluzione Raeliana (disponibile in 21 lingue), "costruire un'ambasciata che accolga gli extraterrestri al loro ritorno sulla Terra. E portare a compimento la clonazione degli esseri umani".

Il fondatore del movimento dei raeliani, l'ex giornalista sportivo francese Claude Vorilhon (55 anni), sostiene che mentre il 13 dicembre 1973 s'arrampicava verso il cratere di un vulcano presso Clermont-Ferrand, in Francia, vide un Ufo da cui scese un extraterrestre.

L'alieno dettò messaggi nei quali tra l'altro si spiegava come la vita sulla Terra non sia il risultato di un'evoluzione casuale e neanche l'opera di un Dio bensì una creazione voluta da un popolo scientificamente avanzato proveniente da un altro pianeta che, attraverso l'utilizzo del Dna, ha creato gli esseri umani a propria immagine. Vorilhon, che assunse lo pseudonimo di "Rael", fondò il movimento raeliano internazionale con sedi attualmente nei cinque continenti e che afferma di avere più di 55 mila membri in 84 paesi.

Per i raeliani, il "creazionismo scientifico" trova le sue basi anche nei testi antichi di molte culture. Per esempio sostengono che nella Genesi la parola "Elohim" è stata tradotta in modo errato con la parola Dio al singolare mentre è un termine plurale che significa "coloro che sono venuti dal cielo". Anche i grandi profeti, inclusi Buddha, Mosè, Gesù e Maometto, sono stati per i raeliani messaggeri degli "Elohim".

Nel febbraio 1997 i raeliani hanno fondato Clonaid, una società di biotecnologie che ha il compito di realizzare i programmi di clonazione. Nell'ottobre 2000 dal Canada, dove Vorilhon si è trasferito, i raeliani annunciarono di essere pronti a eseguire la prima clonazione umana. La Clonaid ha quindi offerto la possibilità per soli 5.000 dollari (spese ospedaliere escluse) di avere bebè fotocopia. Dopo gli attentati dell'11 settembre, Rael ha invitato i familiari delle vittime ad approfittare delle tecniche di clonazione per far tornare in vita i congiunti.

L'obiettivo finale dei realiani è infatti una sorta di immortalità. E la clonazione portata oggi apparentemente a termine con la nascita di Eva è soltanto una tappa intermedia verso la "clonazione per crescita accelerata", cioè la riproduzione di corpi adulti, in cui verrebbe trasferita la personalità e l'esperienza dell'originale, "la nostra memoria, tutte le informazioni che accumuliamo sotto forma di influssi elettrochimici". Insomma, l'eternità promessa dal cristianesimo per l'aldilà è a portata di mano: per agguantarla basterà cambiare guscio corporeo come se si trattasse di un abito, rimanendo sempre giovani e in salute.

(27 dicembre 2002)Fonte: http://www.repubblica.it/online/scienza_e_tecnologia/embrione/scheda/scheda.html

martedì 19 novembre 2013

Wedding Sweet Love: Le Scarpe della Sposa- Bridal Shoes

Wedding Sweet Love: Le Scarpe della Sposa- Bridal Shoes: Comode ok....ma che si scelga un abito lungo o corto sono un dettaglio molto importante e  spesso trascurato...Le Scarpe della Sposa !! Le ...

Ub(Ha)ikuitous: Haiku

Ub(Ha)ikuitous: Haiku:


Al primo sguardo
Hai colto la tristezza,
Frutto maturo.


Haiku by Dario Beltrami is licensed under a Creative Commons Attrib...

lunedì 18 novembre 2013

Musée d'archéologie de Nice - Terra Amata


Le musée d’Archéologie de Nice est désormais composé de 2 structures : le site de Terra Amata, dédié à la Préhistoire et le site de Cimiez, consacré à l’Antiquité et à l’époque paléochrétienne.

 Terra Amata is an archeological site in open air located on the slopes of Mount Boron in Nice, at a level 26 meters (85 ft) above the current sea level of the Mediterranean. It was discovered and excavated in 1966 by Henry de Lumley. The site, originally on a prehistoric beach, contained tools of the lower Paleolithic period, dated to about 400,000 BC, as well as traces of some of the earliest domestication of fire in Europe. The site now lies beneath an apartment building and a museum of prehistoric Nice, where some of the objects discovered are on display.

Le musée propose de découvrir la vie de ces premiers niçois. Le climat était plus chaud qu’aujourd’hui. A la belle saison, ils installaient leur cabane sur la plage, au fond d’une crique, prés d’une source. Ils chassaient notamment des éléphants, des cerfs et des lapins. Leurs outils, choppers, hachereaux ou bifaces étaient essentiellement fabriqués à partir des galets ramassés sur la plage …Une empreinte de pied demeure le seul témoignage direct des Homo erectus de Terra Amata.
Entrée du musée de Terra Amata
Le site de Terra Amata est localisé sur le territoire de la commune de Nice, à 22 km à vol d’oiseau au sud-ouest de la frontière italienne, dans le département des Alpes-Maritimes. Situé aujourd’hui à 26 mètres au-dessus du niveau de la mer, sur le versant occidental du mont Boron, entouré d’immeubles, son cadre géographique est bien différent de celui qu’il était lorsqu’il y a 400 000 et 380 000 ans, des chasseurs de cerfs et d’éléphants y installaient leurs campements temporaires.
Les foyers mis au jour à Terra Amata témoignent des prémices de la domestication du feu par l’homme. L’industrie acheuléenne est particulièrement riche. L’étude interdisciplinaire du site de Terra Amata, conduite sous la direction du Professeur Henry de Lumley, montre que ce gisement est un important jalon pour la compréhension des paléoclimats et de la paléobiodiversité dans le Midi méditerranéen.
Le musée de Terra Amata permet de découvrir de façon didactique et ludique le comportement et le mode de vie des premiers niçois. Il présente notamment le plus grand moulage de sol préhistorique du monde qui permet de toucher du doigt les vestiges de ces hommes d'il y a 400 000 ans.
Galeries d'exposition permanente du musée de Terra Amata
Galeries d'exposition permanente du musée de Terra Amata

Fonte: http://nice.fr/Culture/Musees-et-expositions/Musee-d-archeologie-de-Nice/Site-de-Terra-Amata

Nam-myoho-renge-kyo - cosa significa?

Allora, cosa significa Nam-myoho-renge-kyo? La frase si può tradurre letteralmente: “Mi dedico al Sutra del Loto della Legge meravigliosa». In alcuni dei suoi numerosi scritti il Daishonin analizza il profondo significato di ogni carattere.
Nam (o Namu) deriva dal sanscrito e significa venerare o dedicarsi. (Viene spesso tradotto come “richiamare” o “rifugiarsi”, ma dalla prospettiva del buddismo del Daishonin, per il concetto che la Legge è inerente a tutte le persone, questa non è la traduzione ottimale). Myoho-renge-kyo è la pronuncia in giapponese dei caratteri cinesi che compongono il titolo del Sutra del Loto (Saddharma Pundarika Sutra, il titolo originale in sanscrito). Nichiren Daishonin ha così fuso elementi di sanscrito e di cinese, le due grandi civiltà di quel periodo; ciò può essere inteso come espressione dell’orientamento universalista del Buddismo del Daishonin, che abbraccia attivamente tutte le culture.
Myoho corrisponde a Saddharma e si può tradurre “Legge mistica o meravigliosa”. Il Daishonin commenta in una lettera: «Cosa significa allora myo (mistico)? È semplicemente la misteriosa natura della nostra vita di istante in istante, che la mente non riesce a comprendere e le parole non possono esprimere» (Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 4). E più avanti cita tre attributi del carattere myo: aprire, essere perfettamente dotato e rivitalizzare. Ho è il dharma o legge e insieme i due caratteri si riferiscono alla Legge mistica. Come scrisse il presidente della SGI Daisaku Ikeda: «Il grande potere della Legge mistica… abbraccia ogni cosa, fa emergere il positivo in ogni situazione, trasformando e rivitalizzando tutto ciò che sperimentiamo».
Myo e ho corrispondono anche a vita e morte, i due aspetti – uno attivo e manifesto, l’altro latente e invisibile – della continuità della vita a un livello più profondo, la quale viene permeata e allo stesso tempo prende forma dalla legge di causalità, o causa ed effetto, identificata dal Daishonin con renge, il fiore di loto. In particolare, il fatto che il fiore di loto contenga già i semi nel momento in cui sboccia, simboleggia il principio di simultaneità di causa ed effetto, e cioè che le cause che poniamo si imprimono profondamente nella parte più essenziale della nostra vita, e a quel livello sperimentiamo immediatamente gli effetti dei nostri pensieri, parole e azioni. In termini di pratica buddista vuol dire che chiunque pratica questa Legge ottiene simultaneamente sia la causa che l’effetto della Buddità. Il fatto che il fiore di loto sbocci puro, nonostante affondi le sue radici in uno stagno fangoso, esprime l’idea che la nostra natura più elevata sboccia proprio attraverso l’impegno con cui affrontiamo la realtà spesso difficile e sgradevole con cui ci confrontiamo nella vita e nella società.
Infine kyo rappresenta il sutra, l’insegnamento che il Budda espose oralmente. Il carattere cinese kyo indica i fili che s’intrecciano continuamente nell’ordito di un tessuto. Il Daishonin scrive: «Kyo rappresenta le parole e le voci di tutti gli esseri umani… Kyo può anche essere definito come ciò che è costante e immutabile attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro».

Fonte:  http://www.sgi-italia.org/approfondimenti/NMHRGK.php

La Basilica Sotterranea di Porta Maggiore...

Una basilica sotto i binari a Roma, ignorata dal turismo di massa, c'è una basilica costruita sotto terra duemila anni fa da una setta misteriosa. Ritrovata occasionalmente dopo diciannove secoli, ha un grande valore artistico ed architettonico e una caratteristica unica al mondo: sulla sua volta passano ogni giorno centinaia di treni.

A cura di Andrea de Pascalis ed Umberto di Grazia 
 
La Basilica sotterranea di Porta Maggiore Una basilica sotto i binari A Roma, ignorata dal turismo di massa, c'è una basilica costruita sotto terra duemila anni fa da una setta misteriosa. Ritrovata occasionalmente dopo diciannove secoli, ha un grande valore artistico ed architettonico e una caratteristica unica al mondo: sulla sua volta passano ogni giorno centinaia di treni. A cura di Andrea de Pascalis ed Umberto di Grazia A Roma, lungo uno dei lati di piazza di Porta Maggiore, tra l'imbocco di via Prenestina e quello di via di Scalo San Lorenzo, si alza una corta muraglia di mattoni anneriti di sporco. Li, nella parete di sostegno del viadotto ferroviario che immette alla stazione Termini i binari della linee Roma-Pisa e Roma-Napoli, semi nascosta da una rientranza del muro, c'è una porta quasi sempre chiusa, pressocchè sconosciuta al flusso del turismo di massa è all'attenzione degli stessi romani. Ed è un vero peccato che sia cosi, perché oltre la porta, qualche rampa di scale più in basso, appena pochi metri sotto i binari, si conserva sufficientemente intatto - non si sa per quanto tempo ancora - un monumento unico nel suo genere: una basilica dalle lunghe navate, costruita sottoterra quasi duemila anni fa, probabilmente ad opera di una setta a carattere mistico-esoterico. La basilica sotterranea di Porta Maggiore è una scoperta archeologica fatta in modo del tutto occasionale, in anni ancora recenti. E' infatti la primavera del 1917 quando il terreno, franando sotto uno dei binari che costeggiano la piazza, si apre in una profonda fenditura. Non si tratta del semplice cedimento di uno strato tufaceo. A franare, si scopre, è stata la volta di un tempio sotterraneo del quale si è sempre ignorata l'esistenza. Ad una prima sommaria esplorazione il monumento rivela caratteristiche straordinarie. La forma è quella della basilica a tre navate con abside centrale. Le dimensioni sono rispettabili: circa diciassette metri di lunghezza, sette di altezza, nove di larghezza. La datazione dell'insieme è immediata e definitiva: metà del primo secolo dopo Cristo. Il ritrovamento è importante per la storia dell'architettura, poiché permette di stabilire che lo schema costruttivo della basilica a tre navate è perfettamente conosciuto ed applicato nella Roma dei primi Cesari, questione questa assai controversa in precedenza. Ma a dare maggior rilievo alla scoperta è il fatto che il tempio conservi il più ricco complesso di stucchi che il mondo romano abbia mai tramandato: i soffitti a volta e le pareti della basilica sono fittamente decorati con finissime figure di stucco, tanto eleganti nella forma quanto sfuggenti nel significato. Dopo il primo sopralluogo, un esame più accurato del monumento trasforma in apprensione gli entusiasmi degli archeologi poiché il tesoro architettonico appena ritrovato si dimostra in grave pericolo di vita. Un parassita si è infiltrato negli stucchi, rosicchiando l'interno di alcune figure con un processo simile a quello del tarlo del legno. Le vibrazioni dei treni e soprattutto l'acqua che è filtrata per quasi due millenni stanno sgretolando le mura della misteriosa basilica. Se si vuole salvare il tempio bisogna fare in fretta. Da quel 1917 ad oggi si sono susseguiti più tentativi di restaurare e consolidare il monumento in modo definitivo. L'ultimo, agli inizi degli anni '50 richiede oltre trecento milioni di spesa e richiude l'intero complesso come in un'enorme scatola di calce struzzo sormontata da una tettoia laminata di piombo. In questo modo le vibrazioni provocate dalle centinaia di treni che passano ogni giorno sulla verticale del tempio non sono più un pericolo. I lavori eseguiti, invece, si dimostrano inadeguati a sbarrare la via alle gocce d'acqua che continuano a filtrare nonostante tutto. La basilica, dunque, è ancora oggi gravemente malata. La Soprintendenza ai monumenti di Roma ha già predisposto un nuovo piano di lavori, ma chissà quando arriveranno i finanziamenti necessari. In attesa dell'ulteriore restauro, l'accesso al complesso sotterraneo è possibile soltanto dietro autorizzazione della Soprintendenza. Autorizzazione in verità molto facile da chiedere ed ottenere negli uffici di via Cernaia. Scendere nella basilica è quindi un'esperienza consentita a qualsiasi turista abbia un po' di pazienza. E indubbiamente ne vale la pena, non fosse altro per la strana atmosfera che vi si respira.
Alla suggestività propria dell'ambiente si unisce un'illuminazione spettrale, frutto di un impianto elettrico difettoso. Il passaggio dei treni. cinque metri al di sopra della volta, si avverte attutito dal cemento come un ciclico annuncio di terremoto. E poi, su tutto, il mistero delle figure di stucco, smozzicata sequenza che costituisce il vero sale del tempio sotterraneo. Le scene rappresentate nello stucco sono le più varie: ierariche figure femminili in atteggiamento di preghiera, vittorie alate, personaggi mitologici, bambini che giocano, teste di medusa, anime condotte agli inferi, scene di iniziazione ai Misteri, maestri e scolari, un rito di matrimonio, animali, oggetti di culto, persino un pigmeo che torna alla sua capanna dopo la caccia. Qualcuno ha creduto di poter suddividere le figure in tre gruppi: scene di vita' quotidiana, scene mitologiche e scene di contenuto misteriosofico, cioè ispirate alle dottrine segrete delle religioni misteriche. La suddivisione, però, e solo apparentemente possibile. Chi abbia l'occhio appena un po avvezzo al simbolismo esoterico sa bene che scene apparentemente "innocenti" Possono avere significati altrettanto profondi di quelle più esplicitamente dottrinali. Un esempio? La rappresentazione del rito matrimoniale costituisce certamente una scena di vita quotidiana, ma sin dall'antichità al matrimonio sono stati attribuiti spesso significati reconditi, poichè in esso si vedeva il simbolo dell'unificazione di due opposti principi, per lo più la fusione di psiche e corpo in un tutto unico e armonico. Ma quale cerimonia si celebrava nel segreto della basilica sotterranea? Benché qualcuno non sia d'accordo, i più parlano di un culto misterico ispirato agli insegnamenti pitagorici. Pitagora (VI sec. a.C. circa) è sempre stato un personaggio particolarmente caro ai cultori di misteri. A lui sono stati attribuiti; è si attribuiscono ancora, fantasiosi insegnamenti, frutto dei suoi presunti ripetuti contatti con gli Etruschi, con i guru indiani, con Numa Pompilio, con gli abitanti di Atlantide e con innumerevoli altri popoli e personaggi.Il moltiplicarsi di certe fantasie e sempre stato reso possibile dal fatto che gran parte del vero Insegnamento di Pitagora, non essendo stato affidato a documenti scritti, è andato smarrito con la morte stessa del filosofo. Due cose però sono certe. Anzitutto è stato Pitagora ad introdurre in Occidente il concetto di esoterismo, inteso quale insegnamento segreto, riservato a pochi iniziati e relativo ai modi di realizzarsi spiritualmente sino a giungere alla "deificazione " o fusione con l'Assoluto. In secondo luogo i punti fermi del pitagorismo sono stati la fede nella trasmigrazione delle anime, o metempsicosi, e l'uso della musica come tecnica di liberazione spirituale. Queste ed altre idee del pitagorismo si ritrovano espresse appunto negli stucchi della basilica di Porta Maggiore. Le scene a carattere musicale sono frequenti. Sulla parete lunga della navata sinistra le figure si alternano con rappresentazioni di strumenti musicali, quasi a sottolineare l'importanza della musica per l'essere umano. Anche le scene a carattere iniziatico e di culto si ripetono un po' dappertutto, evidenziandosi da sole. Ma è l'insieme delle figure che, secondo alcuni, si propone come un trionfo dell'idea di metempsicosi: le scene di vita quotidiana, il pigmeo, gli animali altro non sarebbero che l'esemplificazione di come l'uomo, reincarnandosi, salga e scenda, a seconda dei suoi meriti e demeriti, la scala delle diverse forme di esistenza. Gli stucchi, invece, non sono di alcuno aiuto per tentare di ricostruire, almeno in parte, la liturgia di questo gruppo di seguaci del pitagorismo. Qualcosa però possiamo provare ad immaginarla. Gli archeologi hanno dimostrato che la basilica sotterranea e rimasta in funzione solo per pochi anni e che presto è stata chiusa e dimenticata come se il culto che vi si celebrava fosse stato proibito dalle autorità imperiali. Ciò forse potrebbe essere collegato al fatto che all'epoca del tempio di Porta Maggiore, cinque secoli dopo la scomparsa di Pitagora, il pitagorismo era inquinato da pratiche magiche in cui anche l'evocazione degli spiriti faceva capolino, tutte cose queste talvolta represse dalle leggi imperiali. Così fosse, potremmo pensare alla basilica neopitagorica anche, con un pò di humour ma senza allontanarci troppo dal vero, come ad un club di occultisti molto esclusivo, in cui magari si ricorreva ogni tanto al tavolino a tre zampe, attrezzo che già ai quei tempi faceva parte dei ferri del mestiere di ogni mago degno di rispetto.
Umberto Di Grazia e Andrea De Pascalis

Fonte: http://www.coscienza.org/_ArticoloDB1.asp?ID=29