giovedì 1 maggio 2014
Breve storia del Reiki
Fonte: http://www.reikimilano.com/storia_del_reiki.htm
Breve storia del Reiki
INFORMAZIONI Reiki cos'è
Breve storia del Reiki.
Esistono diverse versioni sulla storia del Reiki fondato da Usui, molte delle quali leggendarie.
Testi e siti interneortanti per fornire un’idea corretta della genesi del Reiki.
Il contesto di nascita e sviluppo del Reiki fondato da Usui, è senza dubbio buddhista.
Mikao Usui (1865 – 1926), il fondatore del sistema, era un uomo giapponese comune, di buona famiglia e appartenente alla setta della Terra Pura del buddhismo giapponese (la tomba, ritrovata all’interno di un tempio Saihoji di Jodo-Shu ovvero Setta della Terra Pura, lo indica in modo inequivocabile come “monaco buddhista”).
Lo stesso, all’età di 57 anni (quindi, nel 1922 e non alla fine del 1800 come alcuni sostengono), per motivi personali e per ragioni di ascesi spirituale, decise di ritirarsi in digiuno e meditazione per ventuno giorni sul monte Kurama, vicino a Kyoto (l’antica capitale del Giappone).
Durante questo ritiro (la leggenda parla di un’esperienza mistica avvenuta l’ultimo giorno), lo stesso avrebbe ricevuto l’illuminazione e il dono di poter ripristinare la salute delle persone.
A seguito di pratica e sperimentazione, ideò un sistema atto ad essere insegnato e diffuso, basato sulla possibilità, in ogni persona che avesse ricevuto determinate iniziazioni, di incanalare l’energia dell’Universo e di poterla donare a sé o agli altri.
Nel 1922, stesso anno in cui si verificò l’esperienza mistica, Usui aprì la “Usui Reiki Ryoho Gakkai” ad Aoyama, Tokyo.
Da Mikao Usui è scaturita una serie di discendenze di maestri che da allora fino ad oggi è in continua espansione, per i risultati reali che il Reiki ha offerto e offre.
Il primo maestro oggi conosciuto che Usui ha formato nel 1925, oltre a circa altri 16 ignoti, è Chujiro Hayashi (ex Ufficiale della Marina Imperiale Giapponese), il quale, poi, fondò in occidente, alle isole Hawaii, la prima Clinica Reiki.
E’ a lui che si deve, principalmente, da diffusione del reiki, per quanto lo stesso – come poi nuovamente la maestra Takata – abbia apportato modifiche al sistema.
Hayashi, oltre a formare a sua volta circa 12 ignoti maestri, nel 1938 designò il suo successore: la signora Hawayo Takata, un’americana – giapponese nata nelle Hawaii, curata da proprio nella clinica fondata da Hayashi e completamente guarita da un tumore in quattro mesi grazie al reiki. La stessa, prima di morire negli anni ’80, formò altri 22 maestri.
Mentre una parte di questi ha continuato l’attività didattica in Giappone e nell'Asia, altri insegnanti diffusero il Reiki in America e ne consentirono la diffusione in Europa.
Diversi insegnanti di Reiki consegnano ai loro allievi la schematizzazione del loro "lignaggio energetico", ovvero dell'indicazione dettagliata di tutti i Maestri Reiki che, dallo scopritore Mikao Usui fino ad essi, si sono trasmessi le iniziazioni al Reiki e la capacità di insegnarlo.
Video: i cinque principi del Reiki
L'insegnamento del Reiki oggi.
Per quanto il Reiki (così come riscoperto da Usui) sia relativamente "giovane", è da dire che a partire dagli anni '80 si è avuta una differenziazione di indirizzi e scuole di pensiero che hanno portato ad una diversificazione di diversi aspetti dell'insegnamento.
Si parla, in questi ultimi anni, per l'Italia, di una legge della Regione Lombardia, istitutiva di un registro al quale si sarebbero iscritti alcuni operatori.
Il testo della legge può essere trovato a questo link. Si segnala fin d'ora, in ogni caso, che la legge è dedicata ad operatori di "discipline bio-naturali" in genere e che l'iscrizione nel registro istituito, è soltanto facoltativa e non costituisce condizione necessaria per l'esercizio della professione (si veda l'art. 2, comma 3).
Sostanzialmente, ad oggi, la situazione è immutata: in Italia, non esiste albo, non esiste legge specifica sul Reiki. Uno sconosciuto insegnante conta quanto il presidente della più nota associazione. Del resto, si tratta di una materia in cui la vera Elevazione non può misurarsi attraverso una norma o l'iscrizione in un Albo.
In assenza di ogni regolamentazione e della tenuta di un qualsiasi albo, ogni operatore che avesse regolarmente raggiunto il livello di insegnante ha iniziato a formare allievi in proprio, trasmettendo le conoscenze così come ricevute dal proprio insegnante. E questo modo di procedere si è perpetuato quasi fino ad oggi.
Il problema assume una certa rilevanza qualora si pensi all'uso dei simboli (parte integrante del Reiki di secondo e terzo livello): gli stessi sono sempre stati tenuti segreti con divieto di conservarne la raffigurazione. Ogni praticante o insegnante ha conseguentemente trasmesso l'insegnamento degli stessi così come fissati nella propria memoria nei brevi momenti della sua vita in cui gli sono stati mostrati dal proprio maestro (che, a sua volta, ha potuto mostrarglieli così come conservati dalla memoria a seguito di una breve ed estemporanea visione).
La conseguenza di questo modo di procedere (che non si intende giudicare) è stata l'esistenza di diverse versioni degli stessi simboli: tutte le raffigurazioni si assomigliano, ma presentano delle differenze che li fanno sembrare disegni leggermente diversi l'uno dall'altro. Ogni operatore oggi può reperire (su internet come su testi approfonditi quali quelli citati alla relativa pagina) le raffigurazioni e le versioni ad oggi conosciute. ed ha la possibilità di scegliere - una vota sviluppata una certa sensibilità - quale "versione" di ogni simbolo ritenga più efficace.
A partire dagli anni '80, con l'avvento delle correnti new age e della canalizzazione, si è assistito anche alla "scoperta" di nuovi simboli, che a loro volta hanno dato vita a nuovi tipi di Reiki. Secondo quanto affermato dalle persone che si ritengono in grado di canalizzare messaggi dai Maestri di Luce, l'umanità in evoluzione sta ricevendo e riceverà, nel corso degli anni, gli strumenti (via via più potenti ed evoluti) che sarà in grado di gestire e padroneggiare in base all'evoluzione raggiunta. Così il Reiki ricevuto da Usui sarebbe stato uno strumento concesso in una determinata "fase" storica, valido ed efficace ma non certo l'unico né il più efficace nella storia dell'umanità.
A seguito di queste nuove discipline, possiamo contare ad oggi più di cinquanta tipologie di Reiki. Molte di queste, ideate da ricercatori poco conosciuti, vengono diffuse sul web attraverso attivazioni date a distanza al prezzo di poche decine di dollari o euro.
Come valutare questi cambiamenti in corso?
Possiamo dire che - oggi come vent'anni fa - il semplice ricevimento delle iniziazioni Reiki, tradizionale o non, non consente all'operatore di operare guarigioni miracolose. Un operatore Karuna Reiki o Violet Flame Reiki non è in grado di ridare la vista ai ciechi o di bruciare un tumore maligno, se non in casi eccezionali e sporadici in cui vi sia un intervento del mondo spirituale dettato da una ragione ben precisa.
D'altra parte, persone sensibili e sensitive riescono a riscontrare un'effettiva differenza (di intensità e/o di frequenza) tra il ricevere un trattamento di Reiki Usui e il ricevere un trattamento svolto con alcune di queste nuove tecniche. Le energie inviate sembrano essere, in effetti, differenti.
L'argomento è complesso ed una sua trattazione investirebbe diversi profili, non da ultimo quello psicologico. Basti dire che Reiki, come originariamente inteso e delineato dal suo stesso nome, manifesta l'Energia Universale, e da ciò si desume che - nella maniera in cui ciò abbia un senso e sia concepibile - consente di canalizzare lo spettro completo, quella Luce che (come la luce del sole scomposta da un prisma) già in sè ricomprende tutte le possibili frequenze (i cui distillati, quali ad esempio energia "rossa" od energia "viola", sono l'oggetto di queste nuove tecniche energetiche).
Forse, alla luce di tutti questi cambiamenti, ciò che è cambiato negli operatori reiki è il modo stesso di concepire il Reiki Usui: quantomeno a livello inconscio, l'operatore "apprende" che esistono oggi energie diverse da quelle dallo stesso utilizzate. Di conseguenza, è possibilissimo che l'operatore ponga delle autolimitazioni all'energia da esso canalizzata. Questo può essere il motivo per cui, oggi, sembra essere stato rilevato che mentre discipline come Karuna Reiki, Violet Flame Reiki o Amethyst Reiki utilizzano forti energie percepite di colore viola, il Reiki Usui sembra utilizzare soltanto un'energia di colore verde (che, forse non a caso, è il colore "mediano" tra il rosso e il viola, anche nella progressione dei sette chakra principali nell'uomo).
Ad avviso di chi scrive, per quanto possa in alcuni casi risultare opportuno "distillare" un certo tipo di energia per utilizzi particolari, l'operatore del metodo Reiki Usui ha la possibilità di richiamare e canalizzare un'energia a spettro completo, comprensiva di tutte le bande raggiungibili e di tutto ciò di cui possa essere bisogno nel suo utilizzo.
Il suo nome, Rei - Ki, è chiaro. Non può essere diversamente Se l'uomo non decide (inconsciamente, in base a schemi e paure) che diversamente debba andare.
Il tempo porterà all'umanità le risposte che cerca; purché - cosa importantissima - un'autentica ricerca si accompagni alla consapevolezza che non può esservi vero benessere e vera guarigione fisica se l'intera persona non scelga di rendersi trasparente e farsi attraversare dalla Luce per purificarsi, riconoscendo i propri blocchi e le proprie imperfezioni.
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