Consiglio la lettura di questo articolo sulla Memoria dell'acqua , ritengo possiate trovarlo molto interessante!
lunedì 5 maggio 2014
domenica 4 maggio 2014
Nuovi orizzonti di Rosella Barbaliscia
Fonte: http://salottinodellarte.wordpress.com/2014/04/27/nuovi-orizzonti-di-rosella-barbaliscia/
Era la nostra primavera, /
promesse di germogli in fiore /
ci intrigavano … /
Bastò uno sguardo /
qualche incontro /
e fu intesa e amore. /
Proseguimmo lo stesso sentiero
condividendo gioie e dolori…
Passate le stagioni calde
del pieno vigore
con frutti maturi e ridondanti
ora incombe l’autunno,
ma noi siamo qui
ancora a scrutare
nuovi orizzonti insieme …
Era la nostra primavera, /
promesse di germogli in fiore /
ci intrigavano … /
Bastò uno sguardo /
qualche incontro /
e fu intesa e amore. /
Proseguimmo lo stesso sentiero
condividendo gioie e dolori…
Passate le stagioni calde
del pieno vigore
con frutti maturi e ridondanti
ora incombe l’autunno,
ma noi siamo qui
ancora a scrutare
nuovi orizzonti insieme …
giovedì 1 maggio 2014
Breve storia del Reiki
Fonte: http://www.reikimilano.com/storia_del_reiki.htm
Breve storia del Reiki
INFORMAZIONI Reiki cos'è
Breve storia del Reiki.
Esistono diverse versioni sulla storia del Reiki fondato da Usui, molte delle quali leggendarie.
Testi e siti interneortanti per fornire un’idea corretta della genesi del Reiki.
Il contesto di nascita e sviluppo del Reiki fondato da Usui, è senza dubbio buddhista.
Mikao Usui (1865 – 1926), il fondatore del sistema, era un uomo giapponese comune, di buona famiglia e appartenente alla setta della Terra Pura del buddhismo giapponese (la tomba, ritrovata all’interno di un tempio Saihoji di Jodo-Shu ovvero Setta della Terra Pura, lo indica in modo inequivocabile come “monaco buddhista”).
Lo stesso, all’età di 57 anni (quindi, nel 1922 e non alla fine del 1800 come alcuni sostengono), per motivi personali e per ragioni di ascesi spirituale, decise di ritirarsi in digiuno e meditazione per ventuno giorni sul monte Kurama, vicino a Kyoto (l’antica capitale del Giappone).
Durante questo ritiro (la leggenda parla di un’esperienza mistica avvenuta l’ultimo giorno), lo stesso avrebbe ricevuto l’illuminazione e il dono di poter ripristinare la salute delle persone.
A seguito di pratica e sperimentazione, ideò un sistema atto ad essere insegnato e diffuso, basato sulla possibilità, in ogni persona che avesse ricevuto determinate iniziazioni, di incanalare l’energia dell’Universo e di poterla donare a sé o agli altri.
Nel 1922, stesso anno in cui si verificò l’esperienza mistica, Usui aprì la “Usui Reiki Ryoho Gakkai” ad Aoyama, Tokyo.
Da Mikao Usui è scaturita una serie di discendenze di maestri che da allora fino ad oggi è in continua espansione, per i risultati reali che il Reiki ha offerto e offre.
Il primo maestro oggi conosciuto che Usui ha formato nel 1925, oltre a circa altri 16 ignoti, è Chujiro Hayashi (ex Ufficiale della Marina Imperiale Giapponese), il quale, poi, fondò in occidente, alle isole Hawaii, la prima Clinica Reiki.
E’ a lui che si deve, principalmente, da diffusione del reiki, per quanto lo stesso – come poi nuovamente la maestra Takata – abbia apportato modifiche al sistema.
Hayashi, oltre a formare a sua volta circa 12 ignoti maestri, nel 1938 designò il suo successore: la signora Hawayo Takata, un’americana – giapponese nata nelle Hawaii, curata da proprio nella clinica fondata da Hayashi e completamente guarita da un tumore in quattro mesi grazie al reiki. La stessa, prima di morire negli anni ’80, formò altri 22 maestri.
Mentre una parte di questi ha continuato l’attività didattica in Giappone e nell'Asia, altri insegnanti diffusero il Reiki in America e ne consentirono la diffusione in Europa.
Diversi insegnanti di Reiki consegnano ai loro allievi la schematizzazione del loro "lignaggio energetico", ovvero dell'indicazione dettagliata di tutti i Maestri Reiki che, dallo scopritore Mikao Usui fino ad essi, si sono trasmessi le iniziazioni al Reiki e la capacità di insegnarlo.
Video: i cinque principi del Reiki
L'insegnamento del Reiki oggi.
Per quanto il Reiki (così come riscoperto da Usui) sia relativamente "giovane", è da dire che a partire dagli anni '80 si è avuta una differenziazione di indirizzi e scuole di pensiero che hanno portato ad una diversificazione di diversi aspetti dell'insegnamento.
Si parla, in questi ultimi anni, per l'Italia, di una legge della Regione Lombardia, istitutiva di un registro al quale si sarebbero iscritti alcuni operatori.
Il testo della legge può essere trovato a questo link. Si segnala fin d'ora, in ogni caso, che la legge è dedicata ad operatori di "discipline bio-naturali" in genere e che l'iscrizione nel registro istituito, è soltanto facoltativa e non costituisce condizione necessaria per l'esercizio della professione (si veda l'art. 2, comma 3).
Sostanzialmente, ad oggi, la situazione è immutata: in Italia, non esiste albo, non esiste legge specifica sul Reiki. Uno sconosciuto insegnante conta quanto il presidente della più nota associazione. Del resto, si tratta di una materia in cui la vera Elevazione non può misurarsi attraverso una norma o l'iscrizione in un Albo.
In assenza di ogni regolamentazione e della tenuta di un qualsiasi albo, ogni operatore che avesse regolarmente raggiunto il livello di insegnante ha iniziato a formare allievi in proprio, trasmettendo le conoscenze così come ricevute dal proprio insegnante. E questo modo di procedere si è perpetuato quasi fino ad oggi.
Il problema assume una certa rilevanza qualora si pensi all'uso dei simboli (parte integrante del Reiki di secondo e terzo livello): gli stessi sono sempre stati tenuti segreti con divieto di conservarne la raffigurazione. Ogni praticante o insegnante ha conseguentemente trasmesso l'insegnamento degli stessi così come fissati nella propria memoria nei brevi momenti della sua vita in cui gli sono stati mostrati dal proprio maestro (che, a sua volta, ha potuto mostrarglieli così come conservati dalla memoria a seguito di una breve ed estemporanea visione).
La conseguenza di questo modo di procedere (che non si intende giudicare) è stata l'esistenza di diverse versioni degli stessi simboli: tutte le raffigurazioni si assomigliano, ma presentano delle differenze che li fanno sembrare disegni leggermente diversi l'uno dall'altro. Ogni operatore oggi può reperire (su internet come su testi approfonditi quali quelli citati alla relativa pagina) le raffigurazioni e le versioni ad oggi conosciute. ed ha la possibilità di scegliere - una vota sviluppata una certa sensibilità - quale "versione" di ogni simbolo ritenga più efficace.
A partire dagli anni '80, con l'avvento delle correnti new age e della canalizzazione, si è assistito anche alla "scoperta" di nuovi simboli, che a loro volta hanno dato vita a nuovi tipi di Reiki. Secondo quanto affermato dalle persone che si ritengono in grado di canalizzare messaggi dai Maestri di Luce, l'umanità in evoluzione sta ricevendo e riceverà, nel corso degli anni, gli strumenti (via via più potenti ed evoluti) che sarà in grado di gestire e padroneggiare in base all'evoluzione raggiunta. Così il Reiki ricevuto da Usui sarebbe stato uno strumento concesso in una determinata "fase" storica, valido ed efficace ma non certo l'unico né il più efficace nella storia dell'umanità.
A seguito di queste nuove discipline, possiamo contare ad oggi più di cinquanta tipologie di Reiki. Molte di queste, ideate da ricercatori poco conosciuti, vengono diffuse sul web attraverso attivazioni date a distanza al prezzo di poche decine di dollari o euro.
Come valutare questi cambiamenti in corso?
Possiamo dire che - oggi come vent'anni fa - il semplice ricevimento delle iniziazioni Reiki, tradizionale o non, non consente all'operatore di operare guarigioni miracolose. Un operatore Karuna Reiki o Violet Flame Reiki non è in grado di ridare la vista ai ciechi o di bruciare un tumore maligno, se non in casi eccezionali e sporadici in cui vi sia un intervento del mondo spirituale dettato da una ragione ben precisa.
D'altra parte, persone sensibili e sensitive riescono a riscontrare un'effettiva differenza (di intensità e/o di frequenza) tra il ricevere un trattamento di Reiki Usui e il ricevere un trattamento svolto con alcune di queste nuove tecniche. Le energie inviate sembrano essere, in effetti, differenti.
L'argomento è complesso ed una sua trattazione investirebbe diversi profili, non da ultimo quello psicologico. Basti dire che Reiki, come originariamente inteso e delineato dal suo stesso nome, manifesta l'Energia Universale, e da ciò si desume che - nella maniera in cui ciò abbia un senso e sia concepibile - consente di canalizzare lo spettro completo, quella Luce che (come la luce del sole scomposta da un prisma) già in sè ricomprende tutte le possibili frequenze (i cui distillati, quali ad esempio energia "rossa" od energia "viola", sono l'oggetto di queste nuove tecniche energetiche).
Forse, alla luce di tutti questi cambiamenti, ciò che è cambiato negli operatori reiki è il modo stesso di concepire il Reiki Usui: quantomeno a livello inconscio, l'operatore "apprende" che esistono oggi energie diverse da quelle dallo stesso utilizzate. Di conseguenza, è possibilissimo che l'operatore ponga delle autolimitazioni all'energia da esso canalizzata. Questo può essere il motivo per cui, oggi, sembra essere stato rilevato che mentre discipline come Karuna Reiki, Violet Flame Reiki o Amethyst Reiki utilizzano forti energie percepite di colore viola, il Reiki Usui sembra utilizzare soltanto un'energia di colore verde (che, forse non a caso, è il colore "mediano" tra il rosso e il viola, anche nella progressione dei sette chakra principali nell'uomo).
Ad avviso di chi scrive, per quanto possa in alcuni casi risultare opportuno "distillare" un certo tipo di energia per utilizzi particolari, l'operatore del metodo Reiki Usui ha la possibilità di richiamare e canalizzare un'energia a spettro completo, comprensiva di tutte le bande raggiungibili e di tutto ciò di cui possa essere bisogno nel suo utilizzo.
Il suo nome, Rei - Ki, è chiaro. Non può essere diversamente Se l'uomo non decide (inconsciamente, in base a schemi e paure) che diversamente debba andare.
Il tempo porterà all'umanità le risposte che cerca; purché - cosa importantissima - un'autentica ricerca si accompagni alla consapevolezza che non può esservi vero benessere e vera guarigione fisica se l'intera persona non scelga di rendersi trasparente e farsi attraversare dalla Luce per purificarsi, riconoscendo i propri blocchi e le proprie imperfezioni.
Farfalle d'acqua
Fonte: http://salottinodellarte.wordpress.com/2014/04/27/farfalle-dacqua-di-marcella-starace-2014/
Farfalle d’acqua (di Marcella Starace -2014-)
Posted on 27 aprile 2014 di mario
Nell’aria disfatta della sera /
una sottile pioggia cade su di me, /
gocce lievi come farfalle d’acqua, /
e legata all’ansia errante della vita /
resto immobile sull’assorta strada
chiedendo aiuto al vento
come se fossi nebbia
Il cuore ha un cervello
Fonte: http://supermamme.forumattivo.com/t208-il-cuore-e-intelligente-i-taoisti-avevano-ragione
Il cuore è intelligente.
I Taoisti avevano ragione.
La straordinaria scoperta ha finalmente stralciato ogni dubbio. Il cuore ha un suo cervello. A scoprirlo sono stati i ricercatori della nuova disciplina scientifica che prende il nome di Neurocardiologia. È stato scoperto che il cuore produce tre neurotrasmettitori (norepinefrina e dopamina) ed il cosiddetto ormone dell’equilibrio (ANF). Grazie ad un campo elettromagnetico 40-60 volte superiore a quello del cervello, ad ogni battito, ogni cellula del corpo riceve informazioni precise e complessi messaggi che influenzano le nostre emozioni e la nostra salute mentale e fisica.
I ricercatori scientifici dell’IHM (Istituto di HeartMath, Boulder Creek, in California) esplorano, ormai da tempo, il meccanismo fisiologico con cui il cuore comunica, in varie forme , col cervello influenzando quindi non solo le nostre percezioni, le nostre emozioni e la nostra salute ma anche il nostro modo di vivere la vita. Una forma di comunicazione ottimale è, secondo questi studi, la “Sincronia”. Tale comunicazione si ottiene quando il ritmo del cervello e di altri sistemi biologici si sincronizzano con i modelli di battito ritmico del cuore. La sincronia diviene così un elemento essenziale per riflettere un equilibrio armonioso tra i due rami del sistema nervoso autonomo. Lo stato interno di accresciuta efficienza fisiologica migliora la salute, riduce i livelli di stress e riporta il corpo ad uno stato di equilibrio e di benessere.
Sincronia Neurobica. Come ottenere una giusta Sincronia tra cervello e cuore.
Il primo elemento da mettere in gioco è la nostra percezione del mondo e come interagiamo, comunicando, con esso. Ciascuno di noi ha una sua ideale e personale percezione del mondo. Nella comunicazione interpersonale, quando si comunica, o per meglio dire, ci si parla, il nostro cervello codifica il significato della frase pronunciata dall’emittente sulla base:
del suono, in qualità di tono e volume, delle parole emesse (come viene detto = fonetica),
del significato interpretativo personale delle parole emesse (cosa viene detto = semantica),
della punteggiatura e dei nessi grammaticali utilizzati ( puntualizzazione su ciò che è detto = sintassi), e
della nostra conoscenza sul e del mondo (inserimento dei processi descritti all’interno della realtà empirica e personale = pragmatica).
A questo punto, i nostri processi neurali entrano in gioco e tra i quattro (4) e gli undici (11) secondi dall'evento comunicativo, viene emessa una risposta.
Lo studioso Walter Mischel ha stabilito, grazie ad esperimenti e ricerche effettuate su primati e soggetti volontari umani, che gli stati comportamentali sono determinati dalle situazioni e non, come si credeva, costituzionalmente acquisiti. Egli afferma, che un comportamento è prevedibile nella misura in cui, entrando in empatia con l’emittente, si viene a conoscenza delle sue motivazioni e delle sue emozioni in quanto, il nostro cervello, elabora le risposte comportamentali in base a due soli elementi risultanti dalla somma percettiva della fonetica, della semantica, della sintassi e della pragmatica, i: "Se .................... Allora".
(Esempio: "Se" ci si trova in una situazione A "Allora" si farà X, ma, "Se" si è in una nuova situazione B, "Allora" si farà Y. Quindi, tutto, come possiamo vedere, è stabilito non tanto da tratti costituenti la personalità ma dalla somma di innumerevoli piccoli profili comportamentali acquisiti con l’esperienza del tipo "Se .... Allora faccio").
Questi livelli di percezione legati ai “Se” …. “Allora”, sono alla base di ogni risposta sia comunicativa che comportamentale. Riconoscere un determinato “Se” all’interno di una situazione specifica, “Allora” può farci ricalcare modelli comportamentali di protezione appresi in passato. Il ripetere i copioni acquisiti per difendere il proprio schema mentale è prassi ormai comune ai più. Ecco perché gli elementi cosiddetti disturbanti quali: i cambiamenti improvvisi, le sorprese poco gradite, vengono percepiti come un pericolo. Da qui la nascita di idee bloccanti: le preoccupazioni.
Lo schema delle idee bloccanti ormai universalmente accettato è il seguente:
25% idee bloccanti riguardanti il passato
20% idee bloccanti riguardanti il futuro
30% idee bloccanti su fatti che potrebbero accadere sui quali siamo del tutto impotenti
20% idee bloccanti sulla natura dei nostri bisogni di affermazione e riconoscimento
10% idee bloccanti sull’obbligatorietà che gli altri compiano azioni che a noi piacciano
05% idee bloccanti dal sapore motivazionale in quanto stimoli alla reazione positiva
Come abbiamo visto, il nostro comportamento è lontano dall'essere costituzionalmente acquisito. Cambiare i profili comportamentali riconoscendo l'autoinganno prodotto dalla nostra vecchia idea è possibile. Da quanto si evince sopra, il nostro cervello agisce, autoingannandosi, in base a schemi e modelli comportamentali creduti veri ma, in realtà, falsi e bloccanti. Questo produce un disequilibrio ed il cuore emette ormoni atti alla compensazione emozionale. Ma come fare per realizzare la “Sincronia”? Giochiamo al cambiamento e aumenteremo la relazione con noi stessi. Ricordandosi che la danza delle strategie acquisite è la tomba per colui che desidera crescere liberando in sé stesso i propri talenti e le proprie reali capacità sia personalmente che professionalmente.
Autori:
Sergio Audasso
Il cuore è intelligente.
I Taoisti avevano ragione.
La straordinaria scoperta ha finalmente stralciato ogni dubbio. Il cuore ha un suo cervello. A scoprirlo sono stati i ricercatori della nuova disciplina scientifica che prende il nome di Neurocardiologia. È stato scoperto che il cuore produce tre neurotrasmettitori (norepinefrina e dopamina) ed il cosiddetto ormone dell’equilibrio (ANF). Grazie ad un campo elettromagnetico 40-60 volte superiore a quello del cervello, ad ogni battito, ogni cellula del corpo riceve informazioni precise e complessi messaggi che influenzano le nostre emozioni e la nostra salute mentale e fisica.
I ricercatori scientifici dell’IHM (Istituto di HeartMath, Boulder Creek, in California) esplorano, ormai da tempo, il meccanismo fisiologico con cui il cuore comunica, in varie forme , col cervello influenzando quindi non solo le nostre percezioni, le nostre emozioni e la nostra salute ma anche il nostro modo di vivere la vita. Una forma di comunicazione ottimale è, secondo questi studi, la “Sincronia”. Tale comunicazione si ottiene quando il ritmo del cervello e di altri sistemi biologici si sincronizzano con i modelli di battito ritmico del cuore. La sincronia diviene così un elemento essenziale per riflettere un equilibrio armonioso tra i due rami del sistema nervoso autonomo. Lo stato interno di accresciuta efficienza fisiologica migliora la salute, riduce i livelli di stress e riporta il corpo ad uno stato di equilibrio e di benessere.
Sincronia Neurobica. Come ottenere una giusta Sincronia tra cervello e cuore.
Il primo elemento da mettere in gioco è la nostra percezione del mondo e come interagiamo, comunicando, con esso. Ciascuno di noi ha una sua ideale e personale percezione del mondo. Nella comunicazione interpersonale, quando si comunica, o per meglio dire, ci si parla, il nostro cervello codifica il significato della frase pronunciata dall’emittente sulla base:
del suono, in qualità di tono e volume, delle parole emesse (come viene detto = fonetica),
del significato interpretativo personale delle parole emesse (cosa viene detto = semantica),
della punteggiatura e dei nessi grammaticali utilizzati ( puntualizzazione su ciò che è detto = sintassi), e
della nostra conoscenza sul e del mondo (inserimento dei processi descritti all’interno della realtà empirica e personale = pragmatica).
A questo punto, i nostri processi neurali entrano in gioco e tra i quattro (4) e gli undici (11) secondi dall'evento comunicativo, viene emessa una risposta.
Lo studioso Walter Mischel ha stabilito, grazie ad esperimenti e ricerche effettuate su primati e soggetti volontari umani, che gli stati comportamentali sono determinati dalle situazioni e non, come si credeva, costituzionalmente acquisiti. Egli afferma, che un comportamento è prevedibile nella misura in cui, entrando in empatia con l’emittente, si viene a conoscenza delle sue motivazioni e delle sue emozioni in quanto, il nostro cervello, elabora le risposte comportamentali in base a due soli elementi risultanti dalla somma percettiva della fonetica, della semantica, della sintassi e della pragmatica, i: "Se .................... Allora".
(Esempio: "Se" ci si trova in una situazione A "Allora" si farà X, ma, "Se" si è in una nuova situazione B, "Allora" si farà Y. Quindi, tutto, come possiamo vedere, è stabilito non tanto da tratti costituenti la personalità ma dalla somma di innumerevoli piccoli profili comportamentali acquisiti con l’esperienza del tipo "Se .... Allora faccio").
Questi livelli di percezione legati ai “Se” …. “Allora”, sono alla base di ogni risposta sia comunicativa che comportamentale. Riconoscere un determinato “Se” all’interno di una situazione specifica, “Allora” può farci ricalcare modelli comportamentali di protezione appresi in passato. Il ripetere i copioni acquisiti per difendere il proprio schema mentale è prassi ormai comune ai più. Ecco perché gli elementi cosiddetti disturbanti quali: i cambiamenti improvvisi, le sorprese poco gradite, vengono percepiti come un pericolo. Da qui la nascita di idee bloccanti: le preoccupazioni.
Lo schema delle idee bloccanti ormai universalmente accettato è il seguente:
25% idee bloccanti riguardanti il passato
20% idee bloccanti riguardanti il futuro
30% idee bloccanti su fatti che potrebbero accadere sui quali siamo del tutto impotenti
20% idee bloccanti sulla natura dei nostri bisogni di affermazione e riconoscimento
10% idee bloccanti sull’obbligatorietà che gli altri compiano azioni che a noi piacciano
05% idee bloccanti dal sapore motivazionale in quanto stimoli alla reazione positiva
Come abbiamo visto, il nostro comportamento è lontano dall'essere costituzionalmente acquisito. Cambiare i profili comportamentali riconoscendo l'autoinganno prodotto dalla nostra vecchia idea è possibile. Da quanto si evince sopra, il nostro cervello agisce, autoingannandosi, in base a schemi e modelli comportamentali creduti veri ma, in realtà, falsi e bloccanti. Questo produce un disequilibrio ed il cuore emette ormoni atti alla compensazione emozionale. Ma come fare per realizzare la “Sincronia”? Giochiamo al cambiamento e aumenteremo la relazione con noi stessi. Ricordandosi che la danza delle strategie acquisite è la tomba per colui che desidera crescere liberando in sé stesso i propri talenti e le proprie reali capacità sia personalmente che professionalmente.
Autori:
Sergio Audasso
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